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"In memoria di me" (Italia, 2006) |
“In memoria di me” di Saverio Costanzo
Esaltato dalla critica italiana e stroncato da quella tedesca in occasione della presentazione all’ultimo Festival di Berlino, il nuovo film di Saverio Costanzo (al suo secondo lungometraggio dopo il pluripremiato “Private”) arriva nelle sale cinematografiche generando dibattiti e perplessità riguardo domande esistenziali e turbamenti di vario tipo che caratterizzano non solo la storia di Andrea narrata nel film ma la vita in genere: come porsi rispetto al divino? Viverlo allontanandosi dalla società oppure vivere la propria religiosità rapportandosi alla vita quotidiana? Saverio Costanzo non possiede ovviamente le risposte a tali quesiti e per questo sceglie la via più tortuosa del silenzio, descrivendo le ansie, i timori, le paure e i movimenti dei corpi inquieti dei giovani novizi protagonisti di questa pellicola. “In memoria di me” è la storia di Andrea, giovane stanco della vita dissoluta che ha fino a quel punto condotto, desideroso di trovare una propria dimensione esistenziale e fiducioso di trovarla all’interno del noviziato di gesuiti cui si rivolge; ma prima dell’ordinazione i dubbi e le incertezze sono molti, acuiti dal confronto con i diffidenti compagni e con le istituzioni ecclesiali, in uno stato di tensione difficile da gestire dentro quelle asfittiche mura, dove i lunghi e bui corridoi sono simili a quelli di un carcere e dove i passi sembrano rimbombare in maniera irreale. Andrea (interpretato dal convincente e criptico Christo Jivkov) dovrà decidere che direzione dare alla propria vita, se aprire il proprio cuore e la propria mente alla possibilità di amare tanto il prossimo quanto Dio stesso, finora lontano ed ora inspiegabilmente avvertito come vicino, prossimo e capace di riempire i propri vuoti, le proprie paure; si scontrerà così con Zanna (Filippo Timi, visto nel recente “Saturno contro”), secondo cui non si può essere uomini di Dio senza agire mossi dall’amore e con il padre superiore che incita invece alla rinuncia, alla privazione totale delle proprie pulsioni e dei propri sentimenti per riuscire a portare avanti l’insegnamento divino. Nel film di Saverio Costanzo le domande rimarranno irrisolte, senza un’unica vera soluzione, come inevitabile nello stile del film e del regista; ognuno troverà le risposte nel proprio io, nella definizione del proprio ruolo: Andrea scoverà la sua strada laddove credeva non fosse possibile, così come Zanna taglierà definitivamente con quella realtà che credeva fissa e certa per ritrovare la sua vera natura esistenziale. Nonostante un’esasperata lentezza dei dialoghi e delle immagini, “In memoria di me” riesce a riportare sullo schermo la tensione palpabile che si avverte fra le pagine del libro da cui è tratto (“Il gesuita perfetto” di Furio Monicelli), depurandolo in realtà di quella componente omosessuale per cui è stato ampiamente criticato: la tensione è effettivamente presente, ma potrebbe trattarsi di qualsivoglia malessere, non per forza derivato dalla propria identità sessuale, in un contesto in cui sembrano essere del tutto assenti il tempo e lo spazio e in una ciclicità che sembra azzerare la vita. Il regista Saverio Costanzo si conferma autore giovane ed interessante, capace di andare a scavare nelle pieghe dell’anima, in un panorama cinematografico italiano sempre più dominato da sequel e prequel vari di sicuro impatto al box office ma che non rappresentano certamente prodotti di qualità: ben venga quindi un cinema diverso, che pretenda non tanto di insegnare qualcosa ma di generare una qualsiasi riflessione.
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Alessandro Orecchio
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Recensioni |
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il 15 Mar 2007 alle 22:31 |
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