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«so I send you this postcard just to say/don't let anyone stand in your way/yours truly, Jens Lekman» |
Jens Lekman @ Viper, Firenze – 22.02.08
Serata speciale al Viper Theatre, attesa da molti, come dimostra la grande affluenza di pubblico. C’è anche una nutrita rappresentanza nordica ad accompagnare il miglior songwriter svedese degli ultimi anni, nonché uno dei più limpidi talenti pop della sua generazione. Bastano pochi istanti per rendersi conto del valore di questo gracile ventisettenne la cui voce sembra essere stata plasmata alla scuola dei cuori solitari diretta da Monsignor Morrissey. Basta And I Remember Every Kiss, pezzo di rara bellezza che apre il concerto. E un concerto che inizia con le parole «there will be no kisses tonight, there will be no holding hands tonight» promette così bene che tutti cominciano a stringersi e spingersi sotto il palco.
Facile prevedere che presto le major gli metteranno le loro griffes addosso, soprattutto dopo la maiuscola prova di “Night Falls Over Kortedala”, l’ultimo album di Jens, da più parti indicato tra i migliori del 2007. Lui per intanto resta un eroe dell’indie e sul palco sciorina pezzi-meraviglia con una facilità che ha dell’incredibile. Le sue costruzioni pop, con l’accompagnamento prezioso di violino e violoncello, appaiono perfette vestite con il giocoso charme dei campionamenti e la voce tiene sempre linee pacate e pulite, senza strafare ma riducendo la malinconia ad un piacevole vizio da condividere con chi ha voglia di accompagnarla col coro o col clapping. Tra i pezzi meglio riusciti non si possono non citare Black Cab, The Opposite of Hallelujah, Your Arms Around Me.
Nel finale arrivano due delizie: la storia di A Postcard to Nina, che Jens è indeciso «se raccontare o cantare», e così nel dubbio fa entrambe le cose, alternando le strofe della canzone con pezzi di un divertente racconto a quelle strofe correlato, in cui una ragazza invita il nostro cantautore a pranzo a casa dei suoi facendo credere loro che trattasi del proprio fidanzato; e la festa surf di Friday Night at the Drive-In Bingo, una ruota della nostalgia che sembra non fermarsi mai, colorata e magica come un luna park. Gli applausi continuano e Jens torna di nuovo sul palco, ringraziando col suo sorriso timido, e propone voce e chitarra Pocketful of Money, lasciandosi accompagnare dal pubblico nel mantra «I’ll come running with a heart on fire».
A metà strada tra Rufus Wainwright e Burt Buchararch, senza dimenticare il sole nelle vene di Brian Wilson, benché la nativa Svezia abbia controbilanciato nel senso della melodia del giovane Jens l’aria estiva con la giusta quantità di mugugni che vengono dritti dal freddo e dalla solitudine. Jens Lekman è la dimostrazione di come sia bello dire popstar senza intenti dispregiativi.
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Pierluigi Lucadei
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Recensioni |
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il 29 Feb 2008 alle 21:35 |
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