Into the wild di Sean Penn
Titolo: INTO THE WILD Regista: Sean Penn Genere: drammatico Autore recensione: Renzo Vitellozzi
20/05/2008 - Penso che i motivi per cui questo splendido film abbia avuto successo siano molti. La regia di Sean Penn, la sua migliore di sempre, che ha atteso ben dieci anni prima di realizzare questo progetto. Le musiche epiche e lancinanti, direi indimenticabili, di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam. Le interpretazioni degli attori protagonisti e non. La fotografia essenziale e diretta. E non per ultima la locandina dai toni freddo-pastello; quel piccolo bus con Emile Hirsch seduto sopra che guarda in lontananza le montagne innevate dell’Alaska è un’immagine che è già un film, è diventata un’icona, ne hanno tratto anche un segnalibro diventato subito oggetto di culto. Dobbiamo poi rigraziare lo scrittore Jon Krakauer (vi consiglio il suo bellissimo "Aria Sottile") che per primo ci ha portato a conoscenza dell’affascinante e drammatica storia di Cristopher McCandless. ma la cosa che più mi ha colpito di questa pellicola è che è meravigliosamente densa di messaggi e significati. Sono davvero tanti. Finalmente un film passionale, che fa riflettere e discutere e che ha saputo toccare le sensibilità di molti spettatori. I temi della fuga, del viaggio, della ricerca di se stessi, della purezza e di spazi incontaminati, sono e rimarranno eterni ed universali, coinvolgono un po' tutti, anche se, certamente, sono temi più vicini alla giovane cultura statunitense. Più che espliciti i nostalgici richiami alla beat generation, alll’on the road, al grande sogno americano. "Happinessis realonly whenshared" (la felicità è reale solo se condivisa) così scrive il giovane protagonista Christopher poco prima di morire, ma è il messaggio finale solo temporale del film. Alex Supertramp , il supervagabondo, il supercamminatore, compie una delle scelte più coraggiose: l’abbandono della famiglia, delle certezze del benessere e del successo per la ricerca della pace interiore, della verità, della solidarietà. Al diavolo vincoli e convenzioni sociali, via dal consumismo, libertà e natura sono troppo belle per non essere vissute appieno. Sarà un viaggio tormentato, avventuroso e controverso, a tratti solare. Il nostro eroe incontrerà il calore della brava gente, quella buona e generosa ma la solitudine e la natura inospitale più estrema non lo aiuteranno. Soccomberà tra i silenzi del grande nord ma non sarà una sconfitta - Un film di "formazione" commovente e poetico che è anche un manifesto ecologista, un grande atto d’amore di Sean Penn nei confronti della natura americana più selvaggia. Il viaggio di Cristopher è soprattutto un viaggio spirituale, dentro ci sono citazioni, libri ed autori importanti, Tolstoj, London,Thoreau, Pasternàk, momenti di raccoglimento, di meditazione e contemplazione intensa, quasi francescana. - Un film da vedere, dedicato a tutti i camminatori inguaribili che ancora credono nel sogno e nella natura incontaminata.
Renzo Vitellozzi
|