8 ott 2006: l'Anmil celebra la 56ma giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro
8 ott 2006: l'Anmil celebra la 56ma giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro da Bari le richieste di Mercandelli e l'impegno di Damiano
In occasione della 56a giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, svoltasi ieri a Bari presso il teatro Piccinni, il ministro Damiano ha preso un nuovo impegno con l’ANMIL: “presenterò un emendamento alla finanziaria – ha detto davanti ad un teatro gremito in ogni ordine di posti – per armonizzare i regimi di calcolo del danno biologico e del danno patrimoniale attualmente utilizzati dall’INAIL per la costituzione delle rendite ed il calcolo degli indennizzi spettanti agli infortunati sul lavoro.”
La misura si andrà ad aggiungere a quella già prevista nel testo del disegno di legge finanziaria approvato dal Governo e presentato alla Camera con il n. 1747, all’esame della Commissione Bilancio: “si tratta di un’accelerazione alla procedura di adeguamento annuale delle rendite INAIL – ha ricordato il ministro Damiano”, facendo riferimento alla previsione di una conferenza di servizi che sostituisce l’attuale lungo iter di concertazione tra i ministri della salute, del lavoro e dell’economia.
Il ministro si è anche dichiarato disponibile, senza assumere impegni precisi - “non voglio promettere ciò che poi non potrei mantenere” – ad inserire nella manovra sul cuneo fiscale una priorità per la sicurezza sul lavoro.
Il presidente dell’ANMIL, Mercandelli, aveva infatti chiesto atti concreti, non dovendosi limitare la Giornata solo all’annoso dibattito sulle cifre dell’andamento infortunistico, “perché i morti e gli infortunati sul lavoro sono comunque tanti, troppi e non cambia nulla se ogni anno c’è uno 0,1% in più o in meno”.
Per Marcandelli l’impegno del Governo “dovrebbe essere quello di finanziare i progetti per la sicurezza e la sensibilizzazione sul tema della prevenzione, utilizzando almeno un 3% della manovra legata all’abbassamento del cuneo fiscale. Sono certo che molti lavoratori sarebbero disposti a cedere anche un po’ della loro paga per ottenere maggiori tutele antinfortunistiche e reali misure di sicurezza sul lavoro.”
Tra le richieste di Mercandelli e gli impegni di Damiano si sono inserite le notizie portate dall'intervento deI presidente dell’INAIL Mungari, che ha ricordato come l’andamento infortunistico, dopo il picco di peggioramento nel 1° trimestre 2006 (+3%), abbia visto un miglioramento, “una modesta riduzione dello 0,8% su tutto il 1° semestre."
Ma ha subito aggiunto: “questo non significa che io proponga il cessato allarme” visto che “ci sono stati 1.280 morti sul lavoro nel 2005”.
Mungari ha lamentato che “l’INAIL tuttavia non può dedicare la propria patrimonialità agli infortunati: non si è potuto dare attuazione né alla riduzione delle tariffe, né all’aumento delle rendite, che pure è stato deliberato dal CdA dell’Istituto.”
Il presidente dell’INAIL ha concluso affermando che “noi, con i nostri uffici tecnici abbiamo approvato e quantificato l’impatto della maggior parte delle rivendicazioni dell’ANMIL, che incontrano tutte il nostro consenso.”
Anche il presidente del CIV dell’INAIL Guerisoli ha stigmatizzato “la mancanza di autonomia dell’Istituto, costretto a mantenere basse le prestazioni per gli infortunati, pur in presenza di un avanzo di bilancio che nel 2005 si assesta oltre i 2 MLD di euro, i quali a loro volta si sommano ad altri 9 MLD di euro già obbligatoriamente depositati dall’Ente negli ultimi 5 anni presso conti infruttiferi di tesoreria di Stato.”
Infine, anche il sindacato, mostra tutta la propria preoccupazione per la situazione degli infortuni: per la CGIL, il segretario confederale Paola Agnello Modica ha detto che “gli infortuni costano alla collettività il 3% del PIL, cioè 41 MLD di euro ogni anno, per cui oltre ai due testi unici, quello sulla sicurezza e quello sull’assicurazione infortuni, ci sono anche altre cose da fare subito, come controllare le piccolissime imprese, nelle quali gli infortuni sono più frequenti e potenziare le funzioni di prevenzione delle ASL".
"Perché c’è bisogno di competere - ha concluso la sindacalista - ma c’è anche bisogno che i lavoratori tornino a casa senza ferirsi, senza ammalarsi e, possibilmente, vivi” (da anmil.it)
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