MONTEPRANDONE, 2006-09-04 - L’amministrazione comunale di Monteprandone lo scorso 25 agosto ha preteso un incontro con i gestori di telefonia mobile per regolamentare l’installazione di antenne già presenti nel territorio e cautelarsi riguardo all’insediamento di nuove.
Erano presenti all’incontro: il sindaco Menzietti, il vice sindaco Bordoni, il consigliere delegato all’ambiente Malavolta, il prof. De Leo (Università Politecnica delle Marche) in qualità di addetto tecnico e il consigliere Gabrielli, mentre per le compagnie telefoniche solo i delegati di Telecom e Vodafone, pur essendo state convocate anche Wind e 3 (H3g).
Il Comune ha posto diverse condizioni per l’insorgere di polemiche riguardo l’eccesso di radiazioni magnetiche ed il deturpamento del paesaggio collinare, nonché storico.
La prima clausola è di ordine tempistico: l’amministrazione vuole essere contattata preliminarmente all’installazione per scegliere il sito più confacente alle esigenze dei cittadini e successivamente accordarsi con il gestore. L’altro provvedimento riguarda la mimetizzazione degli impianti, siano essi posti nel centro storico che in zone limitrofe. I rappresentanti di Telecom e Vodafone non hanno posto obiezioni a queste due proposte, mentre hanno bocciato la terza e più importante. Quest’ultima prevedeva un piano quadriennale sia per l’installazione di nuove antenne (in modo da tenere sottocontrollo le iniziative future) sia per la delocalizzazione di quelle che attualmente creano disagio ai cittadini. Dopo aver negato garanzie e indicazioni operative superiori ai 18 mesi, Vodafone ha preannunciato l’installazione di una nuova antenna a Monteprandone e Telecom quella di ben due antenne, una delle quali a Centobuchi. La ricerca di siti idonei all’ancoraggio di stazioni radiomobili, di cui il comune si sta già occupando, privilegerà gli edifici pubblici, tuttavia se le ubicazioni proposte non soddisferanno i gestori spetterà a loro la scelta.
Si tratta di piccoli passi e l’impressione è che le compagnie l’abbiano avuta vinta, infatti possono impugnare la decisione in caso di dissenso, ma intanto ci si è accordati sulla delocalizzazione dell’antenna di via Alfieri e parte del centro storico è “salva”.