AngellottiAppunti: dedicato a Mino Reitano
04/02/2009 - Ciao Mino, te ne sei andato in silenzio, in punta di piedi, come è nel tuo stile. Tu che sei partito dalla Calabria per il Nord, come milioni di tuoi compaesani, facendoti forte di una bella voce e dei buoni sentimenti stampati sulla tua faccia latina. Ti ha portato al successo l’onda anomala del boom economico degli anni ’60, salendo al volo sul treno del successo che passava per la stazione della tua Fiumara. Tu, come Celentano, Orietta Berti, Claudio Villa, rappresentavi un paese ingenuo, ma non sciocco, che guardava con stupore alla Vespa, alla Cinquecento, alla televisione ed al frigorifero. Il ’68 ti ha spiazzato: i giovani di allora guardavano storto il tuo aspetto curato, le tue giacche ed i sentimenti “borghesi” che cantavi, eppure tu sei rimasto lo stesso, infischiandotene dei tuoi strumentali detrattori. Dopo la contestazione il ritorno al successo ed infine la malattia: parabola di un italiano tra i migliori. Addio Mino, buon viaggio di ritorno alla terra del Padre.
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