AngellottiAppunti: a proposito della vita privata di Berlusconi
09/05/2009 - Le ultime vicende sentimentali del Premier aprono uno squarcio su una realtà così evidente da passare inosservata. Questa realtà è quella dello strapotere dei mass-media che, per es., un giorno parlano di “effetti serra” e, smentiti dai fatti, il giorno dopo parlano di “prossima glaciazione”. “La finestra sul Mondo” bombarda la Gente con informazioni, controinformazioni, nudi femminili, vite di santi, imprese di misericordia e sconti sulla RCA assicurativa, tutti quanti in un minestrone mediatico insipido perché tutti gli elementi (“i fatti”) sono trattati con la stessa importanza. Ormai la realtà non è quella concreta fatta di gioie e di dolori, successi e fallimenti, ma quella artefatta della televisione. Si può affermare che Berlusconi sia caduto in un reality-show, cosa dimostrata dagli immediati sondaggi (quasi un telefoto alla Grande Fratello). Si apre il dibattito, dibattito che ruota intorno alla insignificanza “pubblica” del fatto in sé dei problemi familiari di Berlusconi. Berlusconi uguale a Bridge Forestel, sua moglie uguale a Brooke in una Beautiful nostrana. Ci appassioniamo dei dolori privati di un premier che sta attraversando un periodo di altissima popolarità? Leggiamo delle lapidazioni “islamiche” che, giustamente, ci inorridiscono. Anche ammesso, per assurdo, che Berlusconi sia andato oltre il ragionevole, nessuno, nemmeno un monsignor Lefevre, auspicherebbe la forca. Insomma le questioni familiari di Berlusconi debbono lasciarci indifferenti: né la lapidazione né il plauso “guardone” dei teledipendenti. Anche la riprovazione pura e semplice è sbagliata, perché sulle spalle dello “uomo pubblico” non possono scaricarsi moralismi ipocriti e fatui. Senz’altro è più facile criticare la vita privata di Berlusconi rispetto a quella altrettanto “riprovevole” del vicino di casa. Si è, nel caso di Berlusconi, creata una catena di S. Antonio mediatica fatta di pettegolezzi che ha investito l’intero Paese. Che proprio le disavventure personali del premier siano usate per distrarre il Popolo dai gravissimi problemi che ci circondano? Insomma un Berlusconi gladiatore che finisce per sacrificare se stesso alle sanguinarie pulsioni di una Plebe adesso, come 2000 anni fa, “Romana”. Giuseppe Angellotti
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