L'estate proibita: il cinema che non potremo vedere.
Mentre gli americani e il resto dell’Europa cinematografica si apprestano a godersi tra giugno ed agosto le forti emozioni di film attesi e di grande richiamo, le nostre sale, ancora una volta, sono pronte ad accogliere l’immancabile chiusura estiva. Chi ci ruba in realtà tre mesi di vita cinematografica? È impossibile invertire una spiacevole tendenza diventata ormai consuetudine? L’ estate che ci apprestiamo a vivere sarà l’ennesima senza cinema, o almeno, senza il cinema–fenomeno: anche quest’anno la programmazione italiana di luglio ed agosto sarà destinata penosamente a languire e quando arriveranno nelle sale delle nuove pellicole si tratterà perlopiù di rimanenze di catalogo. Ed ancora una volta, seppure il fenomeno sia chiaramente dilagante, nessuno sembra preoccuparsene. I titoli italiani sono stati tutti rimandati a settembre (con pericolose sovrapposizioni), con l’unica coraggiosa eccezione (il titolo però ha ovviamente influito…) di "L’ estate del mio primo bacio" diretto da Carlo Virzì e distribuito da 01. Se maggio ha goduto di importanti uscite come "Il codice da Vinci" e "X–Men – conflitto finale" e la programmazione di giugno ha potuto contare sull’ effetto scia di due titoli della programmazione che conta (usciti all’inizio del mese) come "Radio America" di Robert Altman e il kolossal "Poseidon" di Wolfgang Petersen, a luglio ed agosto la situazione sembra destinata a precipitare. Se in passato qualche tentativo di proporre film importanti c’è stato ed è andato a buon fine ("Spider–Man", "Barman Begins", "Mission impossible II", "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban") con uscite in contemporanea con gli Stati Uniti, dove la programmazione estiva non spaventa proprio nessuno, quest’ anno tanti titoli di grande richiamo saranno inspiegabilmente rinviati. L’atteso secondo capitolo de "La maledizione della prima luna" con Johnny Depp, Orlando Bloom e Keira Knightley, in uscita negli Usa il 7 luglio, sarà disponibile nelle nostre sale solo dal 15 settembre. Stesso discorso per altri titoli di grande richiamo quali "My super Ex–Girlfriend" con un’esilarante Uma Thurman alle prese con superpoteri inconciliabili con un ex in fuga (uscita Usa: 21 luglio; uscita Italia: 10 Novembre!!!), il kolossal "Superman Returns" di Bryan Singer (nella foto), quinto capitolo della sfortunata saga con l’affascinante quanto sconosciuto Brandon Routh nei panni del supereroe (uscita Usa: 30 giugno, uscita Italia 1 settembre), il controverso "World Trade Center" di Oliver Stone alle prese con la ferita ancora viva dell’11 settembre (uscita Usa: 9 agosto; uscita Italia: 13 ottobre), il profetico "The Break Up" con la nuova coppia Jennifer Aniston post Pitt e Vince Vaughn (uscita Usa: 2 giugno; uscita Italia: 29 settembre) o il remake del telefilm Miami Vice con Colin Farrell e Jamie Foxx (uscita Usa: 28 luglio; uscita Italia: ???). L’Italia sembra alle prese con un problema al momento irrisolvibile; lampante e provocatorio in merito il parere di Luigi Musini, amministratore delegato di Mikado, che come tanti altri addetti del settore si pone il problema ma che non sembra intravedere soluzione alcuna: "Quando mai c’è stata un’estate cinematografica italiana? È il classico caso del cane che si morde la coda: è vero che la gente va meno in sala, ma non esiste una reale controprova perché l’offerta estiva è sempre stata molto debole". Che sia questa la chiave per interpretare un problema che sembra non interessare proprio nessuno? È possibile che la gente non vada al cinema d’estate perché effettivamente c’è poco da vedere e che non avremo mai la controprova? Misteri del grande schermo.
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