“Emilia-Romagna sociale: allarme contenuto”
Nel corso di questo anno sono previsti tagli al Fondo sociale della Regione Emilia-Romagna: povertà contenuta e incremento degli interventi dal 2000 al 2005, non creano allarme. La soglia di povertà cui si fa riferimento coinvolge le famiglie con una capacità di spesa pari o inferiore a 576 € mensili, e investe il 3,6% della popolazione regionale. Un quadro poco preoccupante, specie se confrontato con la media nazionale (11%), con l’Italia settentrionale (4,7%) o regioni come la Sicilia (25,5%). Il Ministero delle Politiche sociali, in collaborazione con il Forum delle Associazioni familiari, ha coordinato l’indagine “Politiche familiari e interventi di sostegno” perché i progetti futuri si fondino su riscontri e bisogni. Occorre attendere l’8 maggio per conoscere il bilancio definitivo e stabilire gli orientamenti, nel frattempo gli assessori A. M. Dapporto (Welfare), G. Bissoni (Sanità), E. Rigon (Presidente del Forum regionale delle Associazioni familiari) hanno elaborato delle stime. Le famiglie più colpite evidenziano problemi lavorativi, deficit dell’istruzione da parte dei genitori o prematura scomparsa degli stessi: in visione di un calo dell’assistenza c’è da augurarsi che gli interventi seguano queste direzioni. L’assessore al Welfare, per ovviare all’ammanco economico, ribadisce il ruolo dei Comuni e la necessità d’integrare risorse pubbliche e private. Negli ultimi 5 anni si registrano incrementi in tutti i settori previdenziali, tra gli obiettivi principali: mantenere il bilancio in attivo e realizzare progetti mirati. Le coordinate dal 2000 al 2005, testimoniano provvedimenti sociali in ascesa: · Contributi sugli affitti + 123% · Contributi sanitari + 126% · Contributi scolastici (borse di studio) + 135% · Strutture per l’infanzia (queste dal 1996) + 69%
Una delle risorse da potenziare è la comunicazione dei servizi, il pudore nei confronti del disagio è all’ordine del giorno, un dialogo corretto favorisce il miglioramento: le istituzioni per agire sulla base di esigenze concrete, le famiglie per indirizzare il proprio miglioramento. Oltre a opuscoli, locandine e bollettini disponibili nelle strutture pubbliche, oggi non si possono trascurare le banche dati presenti in rete, continuamente aggiornabili, di facile e rapido accesso. In particolare si segnala la pagina web www.emiliaromagnasociale.it che è il più vasto contenitore in fatto di politiche sociali: un portale creato per recuperare la dispersione di notizie online. Il sito offre informazioni dettagliate procedendo per categorie: infanzia, giovani, famiglie, anziani, lavoro, immigrati, dipendenze, prostituzione, carcere. Tra i link è possibile trovare accanto agli enti di riferimento regionale, associazioni sempre più insediate nel territorio: provinciali, comunali, ma soprattutto i quartieri, molto attivi in materia. Questo servizio si rivolge sia ai cittadini che agli operatori del settore, e rende a portata di mouse: progetti speciali, disposizioni per i finanziamenti, forme di sostegno e orientamento, eventi e iniziative in campo educativo-formativo, inoltre offre la possibilità di iscriversi alla newsletter per tenersi continuamente aggiornati. Tutti concordi, specie in una prospettiva di confronto extra-regionale, nel considerare l’impatto delle emergenze sociali contenuto per l’Emilia-Romagna, anche se destano preoccupazione i 35 milioni di euro non ancora assegnati per la copertura di opere. Posizioni contrastanti riguardo ai servizi: dubbiosa la Dapporto “- è sempre più difficile fornire risposte adeguate alle esigenze -”, mentre Bissoni auspica una “nuova fase politica” con interventi sempre più attenti e integrati.
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