Ancona, 2006-04-10 – al porto grano messicano contaminato, coldiretti chiede l’etichettatura dell’origine… GRANO MESSICANO CONTAMINATO NEL PORTO DI ANCONA COLDIRETTI MARCHE CHIEDE L’ETICHETTATURA DELL’ORIGINE PER EVITARE EMERGENZE SANITARIE E DANNI D’IMMAGINE
“La vicenda del grano bloccato da alcune settimane nel porto di Ancona dimostra ancora una volta la necessità di arrivare quanto prima all’etichettatura obbligatoria dell’origine degli alimenti, creando le condizioni per consentire di rintracciare e togliere immediatamente dal mercato i prodotti alimentari ottenuti da ingredienti inquinati e dannosi per la salute che troppo spesso giungono in Italia attraverso le importazioni”. Lo afferma la Coldiretti Marche, in riferimento alle ventisettimila tonnellate di frumento messicano contaminato da una muffa e conservato nei silos dello scalo dorico, in attesa di essere rispedito fuori dal Paese. “E’ ora che i consumatori possano sapere da dove proviene il grano con cui si preparano il pane e la pasta – sottolineato il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, e il direttore, Alberto Bertinelli -, poiché non è accettabile che emergenze sanitarie riconducibili a produzioni straniere possano creare un danno d’immagine alle nostre imprese. Il grano ‘made in Marche’ è sinonimo di qualità, ed è per questo che già da alcuni anni abbiamo avviato iniziative sul fronte della rintracciabilità della pasta. Basti pensare all’esperienza di Pasta Amica, la prima pasta fatta con grano marchigiano certificata dall’Assam e nata su iniziativa di Coldiretti Macerata con la cooperativa La Marca. Oppure all’accordo firmato da Assocetra, per la nascita di una filiera di pasta e pane prodotti interamente con frumento coltivato in questa regione. O all’accordo tra Consorzio agrario di Ascoli e l’azienda ‘La Pasta di Campofilone’ di Enzo Rossi, per la produzione di Maccheroncini di Campofilone fatti con grano piceno. Ma è giunto il momento che tutto il pane e tutta la pasta vengano messi in trasparenza, così come tutti gli altri prodotti ancora “anonimi”, dalla carne di maiale all’olio d’oliva, dal latte a lunga conservazione alla frutta e verdura trasformate. COLDIRETTI MARCHE NEWS - 071 28567203 - 335 1038834 - FAX 071 2856730
-GRANO CONTAMINATO; COLDIRETTI, ORIGINE IN ETICHETTA PER PANE E PASTA Per impedire che emergenze sanitarie si traducano in gravi rischi per la salute dei cittadini è necessario estendere a tutti i prodotti alimentari l'obbligo di indicare in etichetta il luogo di coltivazione o allevamento dei prodotti agricoli impiegati negli alimenti. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia che ventisettemila tonnellate di grano provenienti dal Messico per essere destinate a pastifici di Marche ed Emilia sono state bloccate nel porto di Ancona perché contaminate da una muffa parassita. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di creare le condizioni per consentire di rintracciare e togliere immediatamente dal mercato i prodotti alimentari ottenuti da ingredienti inquinati e dannosi per la salute che troppo spesso giungono in Italia attraverso le importazioni, come dimostra peraltro il recente sequestro di grano canadese contaminato in Puglia. Per garantire la rintracciabilità delle produzioni, maggiori controlli e scelte di acquisto consapevoli ai consumatori, di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono, è dunque necessario - continua la Coldiretti - che l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza sia esteso a tutti gli alimenti, dal grano al pane e alla pasta, dalla carne di maiale all'extravergine di oliva, colmando i ritardi e le contraddizioni presenti nella normativa dell'Unione Europea. Si tratta di completare il percorso iniziato dopo la crisi mucca pazza nel 2002 quando è stata introdotta per la prima volta in Europa l'etichettatura di origine della carne bovina che si è unita all'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, dall'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e per ultimo dal 17 ottobre 2005 all'etichetta del pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria. Ma se la carta di identità è ormai una realtà per oltre il 50% della spesa, molto resta ancora da fare e - rileva la Coldiretti - l'etichetta resta anonima per la carne di maiale, la pasta, le conserve vegetali e i succhi di frutta, ma anche per l'extravergine di oliva con la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato in etichetta. L'Italia si trova peraltro avvantaggiata in questo percorso grazie all'approvazione della legge n.204/04 sull'etichettatura d'origine obbligatoria di tutti gli alimenti ottenuta con il sostegno di un milione di firme raccolte dalla Coldiretti. Secondo una indagine Coldiretti-Ispo otto italiani su dieci considerano necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti e ben due italiani su tre sono d'accordo sul fatto che "se il prodotto alimentare è italiano sono più sicuro da dove proviene e quindi mi fido di più". COLDIRETTI NEWS - TEL 06 69623229 - FAX 06 6786088