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“Orfani di padre” (peQuod, 2007 – pag. 160; € 14) |
Michele Gabbanelli “Orfani di padre”
Il ritorno di Michele Gabbanelli è nel segno della continuità che ognuno di noi ha con il proprio patrimonio cromosomico, in particolare con quello di origine paterna. Ciascuno dei sette racconti contenuti in questa raccolta parte da una figura paterna assente, per un motivo o per l’altro, e rende luce alla difficoltà di essere figli, con un’assenza irrisolta alle spalle, e di essere padri a propria volta. Ne scaturiscono racconti cupi, nei quali emozioni apparentemente lievi rimandano a ferite fin troppo profonde. E dietro ogni pagina si celano delusioni segrete, malesseri inespressi, affetti infelici. La prosa è sempre minimale e fascinosa. Come un Leavitt marchigiano, Gabbanelli allude e non dice, e, quando scopre le carte, lo fa con talento e grazia.
“Che ne era di quel’omo arrogante? Qualcuno se l’era portato via? Forse succede quando si invecchia. L’anima nera si sgretola liberando il bambino di dentro. Ma chi può avere interesse a uno così? Chi può volersi accanto un dio capovolto?”
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il 17 Aug 2007 alle 22:28 |
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