La settimana scorsa è stata approvata in giunta la bozza della nuova legge sullo spettacolo che andrà a sostituire la Legge n. 75.
Nella nuova legge si è voluto inserire un numero di enti di “comprovata rilevanza regionale”, secondo vari criteri che andavano dall'aver goduto in passato di sovvenzioni ministeriali o regionali, o dall'avere fra i soggetti costituenti la Regione Marche stessa.
La Fondazione Teatro della Fortuna di Fano non è presente nel novero dei soggetti di "primario interesse regionale".
Ma ci si chiede, dunque, se tutti i soggetti citati come di "primaria importanza" (al di là dei grandi e storici nomi di AMAT, TSM, ROF, Sferisterio, Muse, eccetera) offrano sempre valori e garanzie come quelli della Fondazione fanese che, tra l'altro, partecipa a pari titolo con il Comune di Fermo, il Comune di Ascoli e la Fondazione Pergolesi Spontini al progetto Palcoscenico Marche, cofinanziato da MIBAC e Regione Marche. Tutti soggetti, quelli citati, inseriti invece nei quattordici soggetti di primario interesse regionale (fra essi troviamo, e forse potremmo rimanere un po' stupiti, anche il Teatro Pirata di Jesi e il Teatro del Canguro).
Siamo sicuri, dunque, che la Fondazione che opera sul nostro territorio possa avere pari dignità rispetto ad alcuni altri soggetti già inseriti. Nata dopo il grande taglio del FUS operato nel 2005, essa ha comunque dimostrato chiara affidabilità, sia sul piano artistico che amministrativo.
La Fondazione fanese è un esempio rilevante di quella che possiamo chiamare cultura della cittadinanza, che nasce nella città, in continuo scambio con i soggetti culturali che la compongono e con progetti sintonici che vivono in altri luoghi da essa lontani.
La presenza di possibili progetti sovvenzionati e voluti dall'assessore Minardi, come quello del Centro Università della Musica (una sorta di libera università della musica contemporanea e del jazz che dovrebbe nascere a Fano), per cui sarebbero stati individuati ben 900.000 euro di finanziamenti che derivano dal progetto Giovani ri-cercatori di senso, non possono giustificare un assente tanto importante nella nuova legge regionale sullo spettacolo e, anzi, ci fanno sospettare che spesso alcuni progetti culturali cadano "dall'alto" senza un vero e proprio confronto con il territorio in cui dovrebbero attecchire ed operare.
Giancarlo D’Anna