Precari a Falconara. Per i Diritti dei Lavoratori
2007-01-23 - La vicenda falconarese di noi Precari, impone alcune riflessioni di carattere generale sullo stato del mondo del lavoro, sull’attività dei sindacati, sui diritti che ogni lavoratore dovrebbe avere.
Intanto chiariamo subito, visto che le solite comari ce l’hanno sottolineato (tra i sostenitori del Piccione Riccardino e dell’assessore Ridicolini c’è chi ci invita a nominarci Disoccupati) che perseveriamo nel nominarci Precari, non tanto per vezzo o abitudine, quanto perché lavoratori e lavoratrici che rivendicano un posto ampiamente guadagnato sul campo che è stato loro tolto sotto lo spettro del dissesto economico al solo fine di destinarlo ad altri. In faccia ai bandi che della Trasparenza urlata dentro tutti gli androni condominiali durante la campagna elettorale hanno solo l’invisibilità e la mancanza di contorni certi.
Le armi a nostra disposizione, secondo l’attuale giurisprudenza, sono nulle. L’unica strada che potrebbe intentare un precario è una causa civile, con relativo pagamento delle spese, per dimostrare che a tutti gli effetti il lavoro che svolgeva era quello di un dipendente pubblico: il Giudice del Lavoro obbligherebbe il Comune a versare i contributi per intero e, dopo decenni e se non ci sono intoppi, a versare Tfr, ferie e permessi non goduti. Per il resto niente. Nel caso dei 41 co.co.co a spasso, non c’è nemmeno la possibilità di richiedere il sussidio di disoccupazione. Stesso discorso, anche peggio se possibile, per i 14 a partita Iva, obbligati ad aprire una posizione pur di lavorare, considerati dal Piccione come liberi professionisti (al pari di avvocati e commercialisti) e a dicembre costretti a versare l’imposta anche senza che il Comune avesse onorato le fatture.
In tutta questa situazione i sindacati, quelli che nei decenni passati avevano lottato e non poco nelle piazze per far arrivare ai lavoratori quei diritti che oggi sono dati acquisiti, nicchiano. Troppo presi a consolidare i loro rapporti con la politica, i sindacalisti di oggi inscenano di tanto in tanto squallidi teatrini di trattativa su leggi già a disposizione.
Noi Precari siamo al di fuori della legge. Non abbiamo rappresentanza. Non abbiamo potere contrattuale. Non abbiamo qualcuno che presenti seriamente le nostre istanze. Non abbiamo, infine e dato più importante, coscienza di classe. Di 241 Precari, si può parlare tranquillamente, salvo rare eccezioni, di 241 individualità e proprio per questa frammentazione, facilmente attaccabili, ricattabili, soggetti singolarmente a promesse illusorie. Un fronte compatto di 241 uomini e donne, pronti a rivendicare a gran voce quei diritti che spettano a tutti i lavoratori, porterebbe chiunque alla resa, figuriamoci il meschino Piccione che si è annidato al Castello. Per 241 cani sciolti, invece, basta un accalappiacani.
Il Sindacato però, che in questo momento si crogiola sulle vittorie antiche, non ha fatto i conti con la Storia. E’ proprio sui Precari di oggi che il Sindacato deve investire per riuscire a sopravvivere nel futuro. Ci sono interi settori lavorativi dove già oggi, il numero dei lavoratori precari ha superato quello dei dipendenti “normali” ed il dato è in costante aumento, anno per anno. Chi rappresenteranno domani, se non il ricordo di loro stessi, quando i dipendenti di oggi saranno pensionati ed il lavoro sarà svolto interamente da personale precario? Nel caso Falconara, bene allora alla Cgil destata dal torpore e combattiva e appello ai sindacalisti, quelli veri, della Cisl per fare le pulizie di primavera in casa propria, lasciando alla porta i collusi e i remissivi. A TUTTI AI SINDACALISTI, diciamo: abbiano il fegato di coinvolgere, pena il marchio in pubblica piazza di INFAME, i dipendenti di ruolo, per creare con noi un'unica massa in stato d’agitazione e di raccogliere la sfida che si presenta per i lavoratori di oggi e di domani. Ci sono SINDACALISTI? Se la risposta è negativa, i Piccioni e i Ridicolini hanno già vinto. E il Sindacato già morto.
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