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Madonna_Confessions Tour

Madonna: Vi siete confessati?

dal nostro inviato Domenico Marocchi

“Vi siete confessati?” . Con questa frase ad effetto Madonna saluta l’Italia alla fine del suo concerto tenutosi il 6 agosto allo Stadio Olimpico di Roma. La Material Mum termina l’esibizione con questo interrogativo alla luce delle provocazioni e del tourbillon di eros e attacchi di cui questo “Confession Tour” è infarcito.
Il Madonna day è cominciato con qualche problema tecnico fuori dai cancelli, che non sono stati aperti alle 16 come annunciato ma alle 17:30, costringendo le persone accampate davanti alle transenne per ore ( alcuni anche giorni ) a subire l’acquazzone che ha investito Roma intorno alle 17. Una volta aperti i cancelli poi, nella calca, le misure di sicurezza sono apparse inesistenti: nessuno è stato controllato e nemmeno uno zaino è stato aperto ( alla faccia di Guy Richie che teme per l’immunità della moglie, troppo vicina negli ultimi tempi alla Kabbalah e a Israele). Il megashow è stato aperto dalle sapienti mani di Paul Oakenfold, l’unico dj che abbia remixato sapientemente Elvis, che con le sue note ha infiammato un Olimpico gremito ed impaziente. Alle 21:30 la pista di atletica sotto la tribuna Tevere è poi diventata una passerella per alcuni personaggi amici di Madonna, troppo famosi per essere accolti nella tribuna VIP ( su cui primeggiavano Rutelli, Totti e Signora, Ambra e Renga ed ancora Dandini, Marini, Mannoia, Del Piero ecc.) e per questo ospitati nel gazebo del mixer al centro dello stadio: tali superstar erano Puff Daddy, Pedro Almodovar con la sua pupilla Penelope Cruz e Lenny Kravitz ( assediato dalle fan che a sorpresa se lo sono trovato a camminare sul prato ).  Ma veniamo a Madonna che con soli dieci minuti di ritardo si è materializzata sul palco  uscendo da una mirror ball vestita come un amazzone con tanto di briglie e frustino per domare i suoi ballerini e il suo pubblico adorante al ritmo di “Get Together” e di “Like a Vergin” (cantata sospesa per aria a cavalcioni su un cavallo meccanico ). Pesca nel repertorio musicale passato Madonna, e per la tanto criticata performance sulla croce di Swarovsk decide di cantare “Live to tell”, dedicando un pensiero all’Africa e ai bambini vittime dell’AIDS. I temi sociali continuano a comparire in “Sorry”e “Future Lovers” dove, mentre i megaschermi ad alta definizione proiettano le immagini dei potenti della terra, dei “cattivi” ( fra questi compaiono per un secondo anche Berlusconi e Papa Ratzinger ), Lady Ciccone esorta il pubblico a cambiare il mondo in positivo, rischiando di cadere nel qualunquismo quando danza accanto a due ballerini tatuati con una mezzaluna Islamica e con una stella di David. La parte più interessante del concerto dal punto di vista musicale arriva con la performance  in cui Madonna imbraccia la chitarra e con fare da rockstar e con una giacca di piume nere ( che fa molto Marilyn Manson ) attacca con “I love New York” e una tiratissima “Ray of Light”, per poi passare a “Paradise” in duetto con Yitzhak Sinwani cantata su uno sgabello accompagnadosi con la chitarra acustica ( e ricordando a tratti l’ultima Sheryl Crow ). Il finale dello show è stato dedicato alla “Madonna dance” da febbre del sabato sera, lontana anni luce dalle velleità missionarie della croce e  attenta ad imitare alla perfezione Tony Manero sulle note del mush up fra “Music” e “Disco Inferno”, prima di autoincoronarsi “Dancing Queen” con un mantello anni 70 che potrebbe essere stato rubato ad Amanda Lear. Dopo una versione accelerata del cult “La isla bonita” il botto finale si raggiunge con “Hung up”, pezzo facile facile ma in grado di trasformare l’Olimpico nella discoteca più grande del mondo. Niente bis, per un concerto concepito come un musical ( ne avete mai visti di bis a teatro? ), in cui l’afflato liberatorio ha spesso ceduto il passo ad una perfezione quasi gelida, il cui risultato è stato comunque sorprendente data la professionalità e la carica di Nostra Signora del Pop: messa da parte l’intenzione quasi folle ( e per questo spiritosa ) di voler conciliare l’inconciliabile (guerre e amplessi, discoteche e morti ) Madonna ancora una volta ha dimostrato di essere un’indiscussa tigre da palcoscenico, una bellissima tigre che vale la pena ammirare e che malgrado qualche scatto fortuito sa essere docile e mansueta.

 Domenico Marocchi

Primo Piano

Cultura e Spettacoli

 Articolo letto 972 volte. il 08 Aug 2006 alle 18:51
 
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