Camerino, 26 marzo 2007 – Ancora importanti riconoscimenti per la ricerca e per i ricercatori dell’Università di Camerino, che rivestono notevole importanza per la nostra salute.
Dopo aver scoperto che una mutazione genica per il recettore del fattore di rilascio corticotropo predisporrebbe all’uso di alcol e allo sviluppo all’alcolismo, il gruppo di ricerca coordinato dal prof. Roberto Ciccocioppo del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Sanità Pubblica dell’Università di Camerino, in collaborazione con la ditta farmaceutica Eli Lilly e con i ricercatori del National Institute of Health (NIH/NIAAA) guidati dal Dr Markus Heilig, ha studiato l’effetto di un nuovo farmaco, conosciuto come MTIP, capace di bloccare la risposta del recettore per il fattore di rilascio corticotropo (CRF1) e quindi di diminuire sia il consumo di alcol che il rischio di ricaduta dopo detossificazione.
Questo importante lavoro è stato recentemente pubblicato dal “The Journal of Neuroscience”, prestigiosa rivista scientifica edita dalla Society for Neuroscience, in cui sono raccolte ricerche fra le più rilevanti a livello mondiale.
L’efficacia terapeutica del nuovo composto è stata dimostrata utilizzando ratti caratterizzati da una mutazione per il gene che codifica la proteina recettoriale CRH-R1 che media l’azione dell’ormone del rilascio corticotropo e selezionati geneticamente per l’elevato consumo di alcol..
“Questi animali – sottolinea il prof. Ciccocioppo – assumono spontaneamente una quantità di alcol che, se paragonata per peso corporeo al consumo umano, corrisponde a circa 6-7 bottiglie di vino al giorno. Il trattamento con il nuovo farmaco MTIP non solo è in grado di ridurre significativamente il consumo giornaliero di alcol di questi ratti, ma riduce anche la capacità dello stress di favorire il ritorno all’uso della sostanza in animali con una storia di eccessivo consumo di alcol e tenuti in astinenza”.
L’assunzione dell’MTIP ha eliminato la vulnerabilità dei ratti alla ricaduta. La sostanza, inoltre, sembra straordinariamente efficace nel ridurre l’elevato consumo di alcol in questi animali alcol preferenti mentre non hanno effetti in animali non preferenti.
“Il farmaco studiato – prosegue il prof. Ciccocioppo – dovrebbe andare in sperimentazione clinica già dal prossimo anno e potrebbe quindi avere un uso anche tra gli uomini; ipotizziamo che possa essere utile non solo per il trattamento dell’alcolismo, ma anche per la terapia di alcune forme di depressione e di ansia”.