Tormento de Amor a Markette
Giovedì 12 Aprile a Markette, ci sarà Tormento de Amor Balli latini: bachata - Dalla salsa alla bachata, dal merengue al mambo, balli sensuali che vengono regolarmente stravolti dai maestri italiani. Markette – Piero Chiambretti – La7) Proprio come il tango anche la ‘bachata’ era considerato un ballo equivoco praticato da donne dai facili costumi. Lo strusciamento maschile sul ventre della femmina era considerato troppo osè e volgare perché si diffondesse istantaneamente e in maniera eterogenea. Nata prima del 1930, negli ambienti della prostituzione, la bachata rappresentava la valvola di sfogo e il divertimento per chi trascorreva la vita nella miseria e lavorando duramente nei campi, soprattutto quello legato alla coltivazione della canna da zucchero, materia prima per la preparazione del Rhum. Ballo erotico ,condannato in pubblico ma segretamente amato, come oggi accade quando si deridono i transgenders in pubblico e poi, in privato, ci si serve delle loro prestazioni sessuali. La bachata divenne il desiderio nascosto di tutti i dominicani. Esaminando i testi ci si accorge che si parla di storie reali vissute tra la gente comune, spesso drammatiche e con risvolti sessuali. Il movimento dei ballerini ricorda quello dell’atto genitale, l’ondeggiamento laterale e perpendicolare al centro della coppia si accompagna all’espressione, quasi gaudente, del volto dei ballerini. Il tempo di ballo è scandito dal 1 – 2 – 3- bum. Il bum è il classico colpo d’anca, immancabile, stranamente vicino alla mossa napoletana, che scandisce un colpo di reni inequivocabile. La coppia , per tutta la durata del brano, dovrebbe ballare appiccicata e dondolante, senza mai staccarsi e nell’autentico ballo le figure sono pochissime, inesistenti le centinaia inventate in Italia. Nel nostro paese la bachata arriva grazie a Juan Luis Guerra che, con la sua ‘Bachata Rosa’, molti anni fa, ha fatto si che la gente s’innamorasse di questa danza.I balli latini, tutti festosi, conoscono l’eccezione proprio nella bachata, il vero lento caraibico che, inutile ribadirlo, è diventato un ballo ricercatissimo già da molti decenni. Al contrario del merengue, del mambo, del cha cha e della salsa, è l’unico ritmo che non ha influenze africane, ma piuttosto francesi e spagnole. Si è diffusa in Italia a metà degli anni 80 e anch’io, nel 1987 ho pubblicato un pezzo di bachata che si chiamava ‘Alma’, facilmente rintracciabile in internet. Soltanto un paio di anni fa, però, una mia bachata ha avuto un ottimo successo di pubblico. Ballatissima dai cuori latini,mi ha dato molte soddisfazioni ed è proprio lei, “Tormento de Amor”, che porterò, giovedì 12 aprile, a Markette, la trasmissione di Piero Chiambretti su La7. La bachata, come la salsa e il merengue, sono balli che in Italia si è voluto stravolgere per una necessità di megalomania e fanatismo da parte di alcuni insegnanti di ballo, italiani, che hanno trasformato questo ritmo in una sequela di figure stonate che nulla hanno a che vedere con i balli dei Caraibi. Volete la prova? Andate a Cuba per la salsa o a Santo Domingo per la bachata, non riconoscerete la danza ginnastica e le figure che normalmente vedete in Italia. Come accade agli italiani che all’estero si ritrovano di fronte a piatti di spaghetti buttati in un piatto a mo’ di stoppa collosa e i ristoratori stranieri pretendono di spacciarli per un’autentica specialità italiana, così chi è vissuto tra le note e le movenze di questi ritmi sente quanto falsi e irreali siano le lezioni degli insegnanti italiani. So che anche questo sarà motivo di discussioni, soprattutto per quei due o tre maestri italiani di ballo latino che, con aria di superiorità, credono di essere il massimo e hanno basato tutta la loro esistenza su una fanatica esibizione di sé stessi viaggiando tre metri più in alto dei comuni mortali. E’ giusto che si sappia. La salsa, il merengue, la bachata nascono come momento di socializzazione con il sorriso sulle labbra e la voglia di stare insieme, mentre in Italia si pretende che siano un motivo di scontro, di critica e di alterigia scandita a suon di gare per poter ridere degli altri. Uno di questi insegnati ‘angelici’, convinto di avere il dono dell’evacuazione profumata , risiede e lavora proprio a Torino, campione pluripremiato è arrivato ad atteggiarsi e a comportarsi come un Santo in vita. Il bello è che la tv italiana, fatta anche, e soprattutto, da ignoranti, non ha valutato la cultura del ballo e ha permesso che buona parte del pubblico si convincesse che il ballo dei Caraibi è proprio quella specie di esibizione nata dalla profanazione e sventramento di quello che è, in realtà, la sua origine. Un plauso, invece, ai deejay latini di tutta Italia che, con ‘fiebre latina’, propongono l’autenticità. Cosmo de La Fuente
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