COLDIRETTI: LEGGE REGIONALE “A KM ZERO” PER MANGIARE LOCALE
IN MENSE, SCUOLE, RISTORANTI E SUPERMERCATI
LUZI: “MARCHIO QM POSITIVO SE GESTIRA’ IL MERCATO”
21/10/2008 - Una legge regionale “a km zero” per promuovere il consumo di prodotti locali in mense, ristoranti e grande distribuzione. E’ l’obiettivo di Coldiretti Marche per venire incontro alle richieste dei cittadini e premiare l’impegno dei produttori agricoli per garantire cibi sani, genuini e sicuri.
“Secondo l’indagine Coldiretti-Swg quasi i due terzi dei cittadini (il 64 per cento) si difende dai rischi alimentari e dal caro prezzi acquistando cibi locali che risentono meno dei passaggi di mano e offrono maggiori garanzie di freschezza e genuinità - ha spiegato il presidente Giannalberto Luzi al Forum su Qualità e Tracciabilità nel settore Agroalimentare, svoltosi a Portonovo, Ancona -. Da qui la necessità di promuovere le produzioni regionali, che è poi anche l’obiettivo del marchio Qualità Marche”. Un obiettivo che, secondo Coldiretti Marche, deve essere ora centrato sulla nuova realtà, rispetto al 2003, anno di nascita di Qm. “Il futuro di Qualità Marche dipenderà dalla capacità di gestire il mercato e di costruire una filiera dal campo alla tavola capace, anche attraverso la vendita diretta, di distribuire il giusto valore ai diversi attori e di arrivare al giusto prezzo al cittadino consumatore – ha sottolineato Giannalberto Luzi, assieme al direttore Alberto Bertinelli –. Oltre a ciò, occorre rivedere e rilanciare il ruolo della cooperazione, superando le difficoltà che sino ad oggi hanno impedito che le imprese agricole ricevessero il giusto compenso”. Basta pensare ad alcuni dei principali settori dove il mondo cooperativo non è stato capace di garantire i produttori. “Nel vino esistono oggi circa seicento cantine private, e ciò è il risultato della scarsa fiducia delle imprese verso la quasi totalità delle esperienze cooperative – ha denunciato il presidente di Coldiretti Marche -. Nel latte agli allevatori finisce oggi appena un quarto del prezzo finale, e la filiera dei maiali non sta meglio”.