Sembra un numero un pò usurato di un tabloid underground, un “giornalaccio riciclato” e opaco che sotto una veste paradossalmente accattivante nasconde una delle riviste di arte contemporanea più originali del momento. È MOUSSE, magazine gratuito che nasce nel maggio scorso a Milano da un progetto giovanissimo (i due ideatori, Alessio Ascari e Edoardo Bonaspetti, hanno 23 anni), come rivista cittadina pensata per colmare uno dei tanti vuoti, quello di una voce originale per lettori trentenni che non siano necessariamente nei salotti buoni della contemporary art.
Occhio vigile che fa una ricognizione di una dimensione impensabilmente vasta: personaggi nuovi, voci diverse, giovani artisti, piccole grandi esposizioni e gallerie nascenti. Un modello di comunicazione regolare a Parigi, Londra, Berlino, un mezzo di diffusione per modelli e stili di ricambio generazionale. L’arte in MOUSSE è il luogo in cui far coesistere le differenze, un patchwork di tendenze stampate su alluminio+gesso+cellulosa+colori non traslucidi che rendono benissimo la dimensione metropolitana, il tam tam artistico che fa scoprire talenti e dimostra come quello che si crede immobile riesca invece a sorprendere.
MOUSSE propone l’arte contemporanea nei cinema, nei locali, nei bar e nelle discoteche dove viene distribuita in meno di 50000 copie, in circuiti indipendenti e con la massima libertà. Libertà che è riflessa anche nei contenuti, che preferiscono il mezzo comunicativo dell’intervista, consentendo velocità, messaggi diretti, conoscenze personali degli artisti e delle loro vite anche nella semplicità.
L’apertura è anche alla scena globale dell’arte contemporanea, con rubriche di corrispondenti esteri da Los Angeles, New York, Berlino, che ci accompagnano attraverso eclettiche studio visit.
Il cuore di MOUSSE è tutto fondato sul passaggio di informazioni, sulla comunicabilità, sulla diffusione di un modo per portare alla luce nuovi nomi facendo da collettore di esperienze, valorizzando i talenti che hanno il coraggio di mettersi in gioco, la voglia di operare per creare.
Da Trieste in giù MOUSSE sta crescendo; le inserzioni di gallerie, musei, fondazioni culturali e aziende hanno permesso di arrivare al quarto numero in sei mesi, un auspicio e uno stimolo anche per altre realtà che vorrebbero ma non se la sentono, che non credono ciecamente nel coraggio della creatività ma che in fondo in fondo sperano.
Ora andate, sfogliate, cliccate e diffondete. Con MOUSSE l’arte è democratica.
www.moussemagazine.it