SMOG: COLDIRETTI, MULTE IN ARRIVO PER MANCATA AGGIUNTA BIOCARBURANTE
Sono in arrivo sanzioni amministrative e pecuniarie per il mancato rispetto dell'obbligo di miscelare il normale carburante con bioetanolo o biodiesel che consente di ridurre dell'80 per cento le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50 per cento quelli di particolato e polveri sottili, principali responsabili dello smog in città e dei rischi per la salute in coerenza con gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Lo rende noto la Coldiretti, in occasione della giornata di fermo congiunto della circolazione, nel sottolineare che la finanziaria approvata prevede per l'anno 2007 l'aggiunta di biodiesel o bietanolo ottenuti dalle coltivazioni agricole in una quota minima dell'uno per cento, di tutto il carburante (benzina e gasolio) immesso in consumo nell'anno solare precedente che salirà al due per cento nell'anno 2008. Per il mancato raggiungimento di questo obbligo sono fissate - sottolinea la Coldiretti - le sanzioni amministrative pecuniarie, proporzionali e dissuasive con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'ambiente e il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali entro il 31 marzo 2007. Poichè ad oggi nei normali distributori italiani non viene venduta neanchè l'ombra di carburante ottenuto dalle coltvazioni agricole, a differenza di quanto accade in altri paesi europei, le fissazione delle multe è coerente con la necessità di recuperare il ritardo accumulato dall'Italia. Un impegno per avvicinarsi - precisa la Coldiretti - agli obiettivi fissati dalla Commissione Europea che prevede di espandere l'utilizzo di biocarburanti nel settore dei trasporti, con la prospettiva di aumentare entro il 2020 la proporzione di utilizzo fino al 10 per cento per ridurre l'impiego di combustibile fossile come il petrolio e le emissioni di gas a effetto serra responsabili dei cambiamenti climatici. I biocarburanti derivano dalle coltivazioni agricole che - continua la Coldiretti - l'agricoltura italiana produce in abbondanza e in particolare il bioetanolo che viene prodotto tramite processi di fermentazione e distillazione di materiali zuccherini, amidacei o sottoprodotti come cereali, barbabietola da zucchero e prodotti della distillazione del vino, mentre il biodiesel deriva dall'esterificazione degli oli vegetali ottenuti da colture come il colza e il girasole. Per la produzione europea di biodiesel, secondo quanto rilevato dall'European Biodiesel Board, si è verificato un vero record con 3,2 milioni di tonnellate, (il 65 % in più rispetto alle 1,9 dell'anno precedente) che non è tuttavia sufficiente a rispettare la tabella di marcia indicata dal Consiglio dell'Unione Europea. Oltre metà della produzione di biodiesel - continua la Coldiretti - è stata realizzata in Germania, seguita dalla Francia con circa mezzo milione di tonnellate e con quasi 400mila tonnellate dall'Italia, in gran parte importata dall'estero. In Italia ci sono - sottolinea la Coldiretti - i terreni, le professionalità e le tecnologie adeguate per "coltivare" le energie rinnovabili all'interno dei confini nazionali senza dover ricorrere alle importazioni che peraltro, come sta accadendo per l'olio di palma dall'Asia, stanno provocando disboscamento di intere foreste vergini in Indonesia, Malesia e Cina mettendo a rischio la biodiversità. L'importazione di olio di palma oltre ai problemi causati all'ambiente provoca - afferma la Coldiretti - un consumo aggiuntivo di energia per il trasporto e un inquinamento che in parte vanifica gli obiettivi prefissati. Nel caso dell'importazione dei biocombustibili di origine indonesiana - precisa la Coldiretti - il chilometraggio percorso con la nave è di circa 6mila chilometri con un consumo energetico che corrisponde al 6,5 per cento dell'energia contenuta nei prodotti trasportati. D'altra parte, dalla riforma della Politica Agricola Comune viene - conclude la Coldiretti - viene un deciso orientamento dell'attività agricola verso la sicurezza alimentare e ambientale che significa anche una politica che valorizza le risorse climatiche e naturali che il territorio offre per la produzione di energie rinnovabili.
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