Addio alle immagini pornografiche in televisione, anche nelle ore notturne. I patiti del genere d'ora in poi dovranno attrezzarsi, perchè la Commissione servizi e prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha, infatti, approvato un atto di indirizzo che vieta la trasmissione di immagini hard a tutte le emittenti, pubbliche e private, nazionali e locali e ai fornitori di contenuti tv su frequenze terrestri, via satellite e via cavo.
Unica eccezione è fatta per i programmi 'ad accesso condizionato' e per quelli dotati del 'parental control', ovvero di un sistema che ne impedisce l'accesso ai minori.
L'atto d'indirizzo dell'Agcom riprende il "divieto di trasmissione di programmi contenenti scene pornografiche" contenuto nel Testo Unico della Radiotelevisione indicando i criteri guida validi non solo nella 'fascia protetta' ma anche appunto nelle ore notturne, regno fino ad oggi delle promozioni porno soft delle hot lines. Le uniche immagini porno ammesse sono quelle inserite in "un contesto culturale o di valore artistico", che non risultino fini a se stesse "ma funzionali all'economia dell'opera". In caso di trasgressione, fa sapere l'Authority, si rischiano le sanzioni previste dallo stesso Testo Unico, ovvero multe comprese tra i 5 e i 50mila euro.
La decisione non piacerà sicuramente agli italiani. Proprio pichi giorni fa l’Eurispes ha analizzato il trend del mercato della pornografia e il volume d’affari dell’industria pornografica italiana in una prospettiva temporale di 17 anni, dagli anni clou del boom al 2004. I dati, contenuti all’interno del 4° rapporto sulla pornografia in Italia, evidenziano una crescita notevole del mercato del porno; basti pensare che la stima del valore medio annuo del fatturato, dal 2002 al 2004, ammonta a 993 milioni di euro. In particolare, se nel 1987 i proventi del porno si attestavano a circa 312 milioni di euro annui, nel 2004 questa cifra arriva a più di 1.100 milioni di euro.
Boom dei sexy shop: Costante è l’aumento nel settore dei sexy shop relativamente alle vendite dei prodotti non videografici (oggettistica, biancheria-abbigliamento), con un fatturato che passa dai 36 milioni di euro del 2002 ai 49 del 2004, dovuto al fatto che negli ultimi anni diversi dei più di 400 negozi specializzati presenti sul territorio, specialmente quelli insediati nel Centro e nel Nord, sono stati ristrutturati e ampliati.
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Luna Stern |
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Riviste porno - Sono aumentate anche le vendite delle riviste, grazie all’apporto di quelle contenenti annunci scambisti e dei cataloghi prostituzionali, entrambe le più vendute. Alla loro diffusione, che appare senz’altro in crescita, e all’aumento dei siti web che ospitano annunci di sesso a pagamento, si deve l’aumento del giro d’affari prostituzionale (maschile e femminile).
Telefonini - Porno on line, porno via tv a pagamento, porno da video telefonini di terza generazione: nei settori che inglobano la tecnologia digitale l’andamento dei volumi d’affari nel 2002-2003-2004 registra le maggiori oscillazioni. Si tratta infatti di settori movimentati dallo sviluppo fluido e veloce delle applicazioni tecnologiche che si dissestano e riassestano di continuo.
Televisioni - Per quanto riguarda le televisioni a pagamento, nel solo 2004, film e altri programmi hanno segnato entrate per 247 milioni di euro. Gli abbonamenti alle televisioni all sex, quelli alle analoghe web televisions, ma anche gli acquisti in pay per view relativi alle offerte del bouquet erotico proposto dalla tv digitale satellitare conquistano nuovi spazi e cominciano a minacciare seriamente il settore dell’home video.
Il porno corre anche, e sempre più, sul filo del telefono. Giorno e notte scorrono le pornovisioni, foto e filmini, dai cellulari di terza generazione. La stima, prudente, delle connessioni effettuate nel reparto “Vietato ai minori di 18 anni” è pari a 70 milioni di connessioni.
il VIDEO sul link:
http://video.libero.it/app/play/index.html?id=461e80e380071b2b6f71fca5bc0ee0a7
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