Cargo
Titolo: CARGO Autore: GEORGES SIMENON Genere: narr. straniera Autore recensione: Renzo Vitellozzi Data di pubblicazione: 14 02 2008 Descrizione: Parigi, anni trenta. Mittel è un giovane dalla salute precaria, dal temperamento instabile ed in forte crisi d’identità, figlio di un leggendario anarchico suicida in carcere, una specie di eroe nazionale. Charlotte, la sua compagna, è invece un’anarchica a tempo pieno, una ragazza combattente, idealista, cinica e risoluta, a tal punto da commettere un omicidio. I due, disorientati e trascinati dagli eventi, si danno alla fuga imbarcandosi su una nave cargo diretta in Ecuador con un carico di armi e comandata dal capitano Mopps che, successivamente, diventerà il nuovo amante di Charlotte. Giunti a Panama le cose si complicano. Le armi non servono più alla rivoluzione ecuadorena e la ragazza viene raggiunta da un mandato di cattura internazionale. Riprende così la rocambolesca e drammatica fuga, prima verso la Colombia, dove i due trovano provvisoriamente rifugio presso una misteriosa miniera d’oro, e poi verso Thaiti dove, al cospetto di una natura lussureggiante, si conclude la complessa vicenda, ognuno in balia del proprio destino. - Avvincente romanzo scritto da un giovane Simenon e ripubblicato recentemente in Iitalia da Adelphi, con una nuova traduzione ed una magnifica foto di copertina. Un noir dal marcato taglio psicologico e dalle atmosfere "conradiane", cupe e tese, nelle cui pagine si riflettono le esperienze e le sensazioni riportate dallo scrittore belga dopo un lungo viaggio effettuato in Sudamerica ed in altri continenti. Narrazione fluida, elegante ed incisiva, con un’attenzione particolare alla natura: oceani, fiumi e foreste dominano spesso la scena e sembrano come inghiottire il tutto. Anche i protagonisti vengono travolti dalle manifestazioni degli elementi, ma quando riemergono, il chiarore dell’alba e la luce di un nuovo giorno non bastano a dissolvere incubi, angosce, fantasmi e paure. Le tenebre sono sempre lì in agguato. Gli abissi dell’oceano sono poca cosa in confronto agli abissi che governano l’animo umano. i personaggi di Simenon sono inesorabilmente vittime delle "storture" e delle brutture della vita, del proprio passato; figure enigmatiche, ambigue, travagliate, che si muovono nel torbido, ai margini della società, in un universo chiuso e contraddittorio. Si trascinano come anime alla deriva, nemmeno tanto desiderose di attraccare ad un porto sicuro. La ricerca di una vita normale, ordinaria, può anche portare ad esiti disastrosi. Per Simenon non esiste il lieto fine, esiste invece una vaga speranza, o l’inizio di un nuovo cammino che potrebbe portare alla rinascita ed alla salvezza. Per simenon la cosa più importante è studiare l’eterno conflitto tra uomo nudo e uomo vestito, scoprire, indagare, capire cosa si muove nell’animo umano. - Le pagine dedicate alla miniera colombiana in cui si sono rifugiati Mittel e Charlotte sono di una bellezza inquietante. Simenon spinge certe situazioni fino all’estremo e ne esce fuori un piccolo, autentico capolavoro, un romanzo nel romanzo. - davvero sorprendente questo Simenon "parallelo" all’immortale, tradizionale Maigret. Una produzione "fluviale" di altissimo livello che abbiamo la fortuna di riscoprire a fondo grazie alle puntuali pubblicazioni annuali della prestigiosa casa editrice Adelphi che, in Italia, ha l’esclusiva della sua opera. Simenon ha scritto bellissimi romanzi, con o senza Maigret, grazie ad una qualità narrativa eccezionale, fuori dal comune, direi inimitabile, rompendo schemi e confini letterari consolidati, e la sua vita piena di contraddizioni e di eccessi è nulla in confronto al materiale scritto che ci ha lasciato. - A me piace sempre immaginarlo così: immerso nel suo lavoro, con la sua inseparabile pipa e la sua adorata macchina da scrivere, nel silenzio più assoluto della sua casa.
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