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"Hannibal Lecter (Hannibal rising)" - Usa, 2007

“Hannibal Lecter: Le origini del male” di Peter Webber

Cannibali si nasce o si diventa? Il mefistofelico Hannibal Lecter, che abbiamo visto nei precedenti film degustare le carni tenere delle proprie vittime annaffiandole con del Chianti o del Porto, aveva istinti cannibali anche da bambino o la sua mente era ancora lontana dal divenire mostruosa e perversa? Per rispondere a questo interrogativo, il vero incipit del film e dell’omonimo romanzo di Thomas Harris (il quarto della serie dedicata al serial killer) da cui è tratto questo nuovo capitolo della saga, il regista Peter Webber (“La ragazza con l’orecchino di perla”), complice il produttore Dino De Laurentiis che ha fortemente voluto e creduto in questo progetto, fruga nel passato dello psicanalista che tanto ama avere “amici per cena” indagando su ciò che l’ha portato a diventare The Cannibal. Del dottor Lecter sapevamo tutto a partire dagli avvenimenti narrati in “Red dragon”, ma sulla sua vita precedente neanche una parola, se non quell’accenno alla sorellina Mischa, ad una morte che sarebbe situata all’origine di tanta efferata cattiveria e violenza. Con questi presupposti ed una storia totalmente da scrivere, Thomas Harris ha accettato di rimettere la penna nell’universo della sua creatura più tormentata, risalendo alle origini di tanto male: il prequel si apre in Lituania, sul finire della prima guerra mondiale, con soldati mercenari e militari in fuga che si danno ai saccheggi e ad omicidi spietati; sorte che capiterà alla famiglia Lecter, che tenta di sfuggire ai nazisti ma che da questi sarà raggiunta anche in aperta campagna: Hannibal vedrà così i suoi genitori trucidati sotto gli occhi e cosa ancora più agghiacciante, vedrà finire la sorellina bollita in un pentolone e mangiata da una banda di criminali collaborazionisti rimasti a corto di cibo e con la vista annebbiata dai morsi della fame. Cresciuto nell’orfanotrofio gestito dai benestanti genitori, Hannibal fuggirà e si rifugerà a Parigi, dove si prenderà cura di lui la moglie di uno zio, Lady Murasaki (Gong Li, ancora una volta nei panni di una giapponese dopo “Memorie di una geisha”), per cui commetterà il primo omicidio, che lo introdurrà nel mondo della cultura e dell’arte orientale ed in un universo di passioni inesplose. Quando Hannibal scoprirà che gli assassini dell’amata Mischa sono ancora in vita, per lui avrà inizio una vera e propria caccia all’uomo, che culminerà in perfidi omicidi secondo la tradizionale legge del taglione ma che gli svelerà una verità ancora più agghiacciante. Le rivelazioni comunque non finiscono qui, e se i botteghini apprezzeranno questo nuovo capitolo della serie, sono previsti altri due film ed altri due romanzi per completare il quadro, con lo sfondo del Giappone e della Corea durante la guerra. Orfano di Anthony Hopkins, inimitabile cannibale e di una figura femminile che agisca da contraltare (Jodie Foster o Julianne Moore), “Hannibal Lecter” punta decisamente sul viso rassicurante ed inquietante allo stesso tempo del giovane francese Gaspard Ulliel, fortemente voluto dal regista Webber dopo averlo ammirato in “Una lunga domenica di passioni”: “Se avete visto “Una lunga domenica di passioni” avrete sicuramente intravisto Lecter in Gaspard Ulliel. Il suo lato oscuro non può esservi sfuggito”. Nonostante potesse rivelarsi rischiosa la scelta di un protagonista quasi emergente, la sfida riguardo l’attore principale può dirsi pienamente vinta; ciò che invece sembra mancare al film è quella voglia di osare, di spingersi là dove nessuno è mai arrivato, presente alla perfezione nell’originale e in questo del tutto assente, probabilmente a causa di una sceneggiatura poco efficace. La storia dell’assassinio terribile della sorellina o degli omicidi che Lecter compie in serie per salvare la memoria di Mischa, sembrano essere così presi sottogamba, come se non si volesse calcare troppo la mano, cercando di indirizzare il film in una direzione più psicanalitica e meno splatter. Ma cosa c’è di più splatter di un uomo che mangia di gusto gli amici accompagnandoli a del vino rosso?

 Alessandro Orecchio

Recensioni

 Articolo letto 303 volte. il 28 Feb 2007 alle 19:49
 
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