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"Eragon" (USA, 2006) |
“Eragon” di Stefen Fangmeier
Progetto cinematografico di punta per il Natale 2006 della 20th Century Fox e preceduto da una faraonica campagna pubblicitaria, “Eragon” di Stefen Fangmeier è stato accolto piuttosto tiepidamente al box office americano, sovrastato dalla potenza dalla nuova commedia di Ben Stiller “A night at museum” e dal primo sorprendente lavoro a stelle e strisce del nostro Gabriele Muccino, che per il suo “The pursuit of happyness” ha potuto contare sul calibro di una stella internazionale come Will Smith. Il pubblico statunitense, temendo forse di assistere all’ennesima saga fantasy priva di spessore e di una degna sceneggiatura dopo la magnifica trilogia de “Il Signore degli anelli”, ha invece perso un’occasione: “Eragon” è un film assolutamente godibilissimo, con uno script valido (il primo capitolo di questa nuova trilogia – assisteremo a questo punto ai nuovi episodi al cinema? – è tratto dal best-seller statunitense del giovane Christopher Paolini, che ha ultimato questo suo primo romanzo a soli 17 anni), un cast che unisce bellezza e professionalità, una durata accettabile (“solo” 1h 44’ rispetto ai soliti interminabili standard) e non cade nell’errore di ripetere più di tanto i soliti cliches delle storie fantasy. In tempi cupi in cui non esistono più i cavalieri e i draghi sotto la cui protezione erano state fondate le prospere città del regno di Alagaesia, con il perfido Galbatorix che ha preso il sopravvento e che mantiene vivo un regime di terrore per i suoi popoli, un giovane contadino 17enne di nome Eragon diventa l’unica speranza per la sopravvivenza e la riconquista della felicità: trovando nella foresta ciò che all’apparenza sembra essere solo una pietra pregiata di colore blu ma che in realtà si rivela ben presto l’uovo dell’ultimo cucciolo di drago, Eragon scoprirà improvvisamente di essere l’ultimo cavaliere e che da lui dipende il destino della sua gente e della sua amata terra; presto instaurerà con il suo cucciolo di drago, una femmina di nome Saphira, un rapporto intimo, capaci entrambi di leggere i pensieri nella mente altrui, vivendo in simbiosi e vedendo l’uno con gli occhi dell’altra. Dopo un apprendistato offerto da un apparente vagabondo dietro cui si cela in realtà l’ultimo cavaliere prima di Eragon, il giovane comprenderà pienamente il compito che dovrà assolvere, lui che è l’unica speranza per la vittoria finale del Bene contro il Male. Come in ogni saga fantasy non può mancare l’epica battaglia fra le forze oscure e quelle del Bene: chi vincerà fra l’ esercito dei ribelli al quale si è aggiunto Eragon e quelle capitanate dal malvagio spettro Durza? Il finale ovviamente rimane aperto per un possibile sequel… Peccato sottovalutare un film di una tale bellezza, arricchito da un cast davvero pregevole: al di là del bello e giovane protagonista Edward Speleers, a completare il tutto sono stati chiamati Jeremy Irons nelle vesti di Brom, John Malkovich nei panni del perfido Galbatorix, Robert Carlyle magnifico spettro Durza e Sienna Guillory nei panni di Arya, il possibile interesse amoroso di Eragon nei capitoli successivi. Mentre negli Stati Uniti si attende l’uscita dell’ultimo romanzo della trilogia (ad “Eragon” è seguito “Elpest”) e il film arranca nelle sale, bisognerebbe finalmente dimenticare l’eco de “Il Signore degli anelli” e riappropriarci del genere fantastico: per questo film ne varrebbe la pena.
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Alessandro Orecchio
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Recensioni |
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il 28 Dec 2006 alle 21:40 |
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