Il reportage al tempo del web 2.0
di Gloria Lattanzi
Il 21 Giugno è stata la giornata conclusiva della prima edizione del “Reportage Atri Festival”. Tra gli incontri tenutisi, ve ne è stato uno, in cui sono intervenuti Beppe Severgnini (Corriere della Sera) e Alessio Vinci (Matrix) il cui titolo era “Il reportage al tempo del web 2.0”. L’argomento, facilmente intuibile, è stato quello di come sia cambiato il mestiere del giornalista dal punto di vista contenutistico e del rapporto coi lettori/spettatori rispetto al passato. Attraverso un excursus delle esperienze professionali dei due giornalisti è stato possibile ripercorrere tutte le tappe della tecnologia, le quali hanno consentito l’affermazione dei mezzi di comunicazione oggi esistenti. Severgnini, inviato per tanti anni del Corriere della Sera ha raccontato, come negli anni 80, i tempi in cui si affacciava alla professione, l’unico mezzo per poter comunicare con le redazioni era il telefono dell’albergo. Vinci, quale inviato dal 1989 della CNN ha ricordato come si dovesse dipendere dal lavoro di svariate persone per poter mandare pochi minuti di immagini, prima di Internet e delle tecnologie digitali. Oggi, ha giustamente osservato, il lavoro da inviato è stato “democratizzato” in quanto non più soltanto i grandi network internazionali possono permettersi le attrezzature necessarie per la ricezione e trasmissione di immagini e servizi, ma chiunque. Se prima l’inviato televisivo doveva concentrare la notizia nei pochi minuti del servizio da mandare, oggi la scelta in merito ai fatti da raccontare, sugli aspetti da approfondire non è più un compito arduo, perché in rete non ci sono limiti di spazio da rispettare, più materiale si immette, meglio è. Sulle fila del discorso del nuovo conduttore di Matrix, ha continuato Severgnini, dapprima ricordando i suoi anni da inviato e in particolare il 1994 e il 1995, in cui proprio mentre lui era corrispondente dall’America, lì nasceva Internet, come fenomeno sociale e accessibile a tutti. Ha dichiarato di aver trovato nuovi stimoli da questa grande novità, allora osservata con sospetto e indifferenza anche dalla sua stessa testata. Da qui, entrambi i giornalisti hanno elencato quali variazioni ha subito il loro mestiere dopo l‘avvento di Internet, entrando finalmente nel vivo del tema dell’evento. Per Vinci innanzitutto il lavoro da inviato è stato facilitato, per due motivi: la possibilità di ottenere informazioni ancor prima di giungere sul luogo di un fatto e la semplicità con cui trasmettere i servizi, le notizie, le immagini. Per Severgnini, invece, il cambiamento radicale e più importante è stato quello causato dall’opportunità di entrare in contatto coi lettori. Attraverso l’esperienza del forum “Italians”, dei blog, dell’e-book, ha avuto occasione di imparare dalle testimonianze e conoscenze di tutti loro. Con una bella metafora ha sintetizzato il suo ruolo: “colui che unisce i puntini”. Ha delineato il giornalista non come una figura onnisciente,un tuttologo ma come una persona che ha il compito di rendere chiaro a tutti un fatto attraverso l’elaborazione di conoscenze altrimenti inaccessibili ai non esperti in quella determinata materia. Quindi attraverso Internet, e la comunicazione istantanea, egli può avere un riscontro immediato delle dichiarazioni rilasciate e conseguentemente può correggerle o rettificarle. Forse l’ultima vera grande novità giunta assieme al web, ha proseguito Severgnini è stata la possibilità di contare le effettive letture degli articoli. Nasce così una misura veritiera come mai prima dell’indice di gradimento dei lettori nei confronti di un giornalista. Nemmeno la carta stampata ha mai avuto la capacità di stimare l’apprezzamento di un giornalista attraverso il calcolo delle copie vendute, perché comunque esso ha sempre riportato un dato riferibile al giornale complessivamente inteso. Questo nuovo orizzonte si è rivelato brutale per alcuni professionisti dei quotidiani, noto invece da più tempo ai giornalisti televisivi, audaci guerrieri a colpi di audience. Vinci ha chiosato parlando di Internet come lo strumento che ha permesso a tutti coloro che desideravano diventare giornalisti di esserlo (anche solo a livello amatoriale s‘intende), poiché grazie a un semplice telefono cellulare e la rete, ogni testimone oculare di una vicenda, non è destinato soltanto a rimanere tale, ma può diventarne il narratore. L’incontro ha offerto una panoramica su come i giornalisti si siano evoluti nell’epoca in cui il web è diventato essenziale nel mondo dell‘informazione e dell‘apprendere informazioni. Sebbene siano due esperti nel settore, ma con bagagli professionali profondamente diversi, entrambi hanno dimostrato di come il loro modo di fare giornalismo sia sicuramente cambiato per adattarsi alle esigenze dei nuovi lettori e spettatori. Soprattutto di quelli che non si accontentano dello scoop di prima pagina o del servizio televisivo di 5 minuti, ma che approfondiscono, per tentare di avere una visione quanto più obiettiva e prossima alla realtà sulle vicende che ogni giorno si susseguono nel mondo.
Consultare il link al Corriere della Sera - Italians_Beppe Severgnini
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