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"Derubato che sorride" (R!SVP Records, About A Boy Records) |
Dadamatto "Derubato che sorride"
Cala il bis il trio di Senigallia. A quasi un anno dall'album di esordio, i Dadamatto tornano con il "Derubato che sorride" (R!SVP Records, About A Boy Records). Titolo tratto da una nota canzone di Modugno e Pasolini, è il ritratto un pò estatico, un pò malinconico, velato da speranze senza tempo, delle umane sorti nelle quali il fato ha braccato l'uomo contemporaneo. C'è un qualcosa di nevrotico, di ossessivo e lo si capisce fin dal titolo, che si infila come coltello nel burro tra le parole e che si mescola con culinaria sapienza alla spensieratezza e al disincanto di fronte agli eventi quotidiani. Non è un caso infatti che la title track altro non sia se non la registrazione dell'esperienza avuta dalla band in ritorno da un concerto: furto di tutta la strumentazione. Derubati. Incazzati. Ma sorridenti. Un modo certo originale di reagire, con leggerezza e disincanto che diventa metafora del quotidiano, perchè c'è sempre e comunque qualcuno che lo prende nel culo e allora tanto vale sorridere, reagire con l'amore di chi vive nell'oscillazione perenne tra il sapere che non per tutti domenica è festa e la realtà temporale di chi sa che prima o poi a maggio spuntano le rose. Lucido e drammatico realismo che si fonde e confonde con la giovanile chimera dell'entusiastica speranza. Binomio che trasmigra e si riflette in maniera essenziale ed efficace anche sul piano più propriamente musicale, con scelte stilistiche che spaziano dall'irruenza del punk alla grazia della canzone popolare italiana, da parti ritmiche nu-metal (Marco se ne è andato) a rilassanti melodie notturne (Nonna nanna). Ciò che ne esce fuori è un accostamento quasi ossimorico di emozioni, sentimenti e melodie tanto diversi quanto necessari per descrivere siffatto quadro. In una sorta di viaggio, questo proposto dai Dadamatto, tra l'allegria e la malinconia, tra la realtà e il sogno che trova ottima e audace corrispondenza sul piano stilistico e musicale. Con compagni di corsa fondamentali per un cammino imprevedibile. L'ironia e l'irriverenza (Marco se ne è andato; X Mary) che conferiscono al tutto una buone dose di spregiudicatezza e di originalità.
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Simone Grasso
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Recensioni |
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il 13 Jun 2008 alle 22:00 |
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