Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Denunciamo la possibilità che i boss di “cosa nostra” hanno di comunicare con l’esterno
Il Procuratore Nazionale Antimafia a suoi tempo asserì che lo scambio di fedi fra Bagarella e Nitto Santapaola non fu intenzionale ma una coincidenza e per noi bastava. Gli piaccia o no doveva bastare anche a Bagarella Leoluca. Perchè colui che ha fatto eseguire il massacro del 27 maggio 93 in via dei Georgofili, sancendo di fatto con quel tritolo l’annullamento del “41 bis” alla mafia stragista, ha potuto oggi durante un processo esternare frasi che suonano come messaggi incrociati? Perché ha potuto far passare il messaggio che gli è impedito persino di scrivere ai giornali? Siano messi nelle condizioni di non passare messaggi i macellai di Firenze che vogliono uscire dal carcere o si pentano una buona volta.
Giovanna Maggiani Chelli Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili