I cento film italiani da conservare
Una commissione di esperti ha selezionato 100 film italiani, i migliori, da restaurare e conservare perché patrimonio culturale e di costume del nostro Paese e non solo. Rispondendo ad un appello lanciato dalle Giornate degli Autori di Venezia nel 2006, la commissione ha selezionato film che vanno dal 1942 al 1978: dall'alba del neorealismo agli anni di piombo, anni della storia nazionale raccontata attraverso la pellicola, con l'occhio dei nostri immensi registi. Uno su tutti: Federico Fellini. Del maestro di Rimini si sontano ben sette film: Lo sceicco bianco (1952), I vitelloni ('53), La strada ('54), Le notti di Cabiria ('57), La dolce vita ('60), Otto e mezzo ('63), Amarcord ('74); più un ottavo film in comproprietà: Luci del varietà, diretto nel 1950 a quattro mani con Alberto Lattuada. Dietro Fellini troviamo Luchino Visconti con sei film: Ossessione (1943), La terra trema ('48), Bellissima ('51), Senso ('54), Rocco e i suoi fratelli ('60), Il Gattopardo ('63); poi, con cinque film, Vittorio De Sica (Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D e L'oro di Napoli) e Francesco Rosi (I magliari, Salvatore Giuliano, Le mani sulla città, Il caso Mattei e Cadaveri eccellenti). Oltre ai registi, ci sono gli attori: interpreti straordinari dell'italianità, volti indelebili nella memoria collettiva. Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Vittorio Gasmann, Nino Manfredi, Totò sono presenti in classifica con più di un film. Tra le attrici spicca Stefania Sandrelli, presente in elenco con ben cinque pellicole: Divorzio all'italiana (1961), Io la conoscevo bene ('65), Il Conformista ('70), Novecento ('76), C'eravamo tanto amati ('74). Esclusi eccellenti? Diversi, da Ecce Bombo di Nanni Moretti a Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, e poi neanche un film di Sergio Leone.
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