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Toumani Diabaté, “THE MANDE VARIATIONS” |
Toumani Diabaté, “THE MANDE VARIATIONS”
di Renzo Vitellozzi
"The Mandè Variations è talmente bello che migliora la vita di chi lo ascolta" (Jazzwise) "uno dei dischi strumentali più importanti che io abbia mai sentito" (David Harrington, Kronos Quartet) "Toumani è alla pari di un Glenn Gould o di un Rostropovich - il genere di musicista che ti può capitare di incontrare solo una volta nell’arco di una vita" ( Lucy Duran - BBC Radio Tre) "intricato, meditativo, radicato in una cultura ma senza alcuna paura di trascenderla" (Uncut) "certamente Diabate è uno dei musicisti pià preminenti del mondo, indipendentemente dal genere" (Observer Music Monthly) "The Mandè Variations espande i confini della kora come tutti gli altri non riescono a fare. li espande oltre la tradizione, ma anche oltre la kora stessa" (Tpafrica) ... - Mi associo al giudizio di critici e musicisti di tutto il mondo ma, credetemi, non è per niente facile esprimere le profonde emozioni che scaturiscono durante e dopo l’ascolto di un disco del genere. Otto tracce, otto lunghe preghiere sussurrate dal cuore dell’Africa più autentica. Otto variazioni che richiamano, per lirismo e magica solitudine, le Goldberg di Bach e che lasciano davvero senza fiato. The Mandè Variations esplora nuovi territori musicali ma modernità e tradizione si mantengono in perfetto equilibrio, e poi c’è questo suono diverso della kora, vicino, molto vicino alla nostra arpa. è questa la grande novità: Diabate ha corretto personalmente lo strumento modificando corde e tiranti ed il suono che esce dalla grossa "zucca" è molto più dolce e meditativo, dal sapore un po' arabo e orientale. Una kora pù arpa che liuto che Diabate è capace di far suonare come un piano, con la linea di basso. Lo si nota fin dal primo ascolto. - Evento discografico dell’anno e non solo per quanto riguarda la musica africana. Venti o trent’anni fa un disco simile avrebbe cambiato il corso della musica, oggi c’è il rischio che passi inosservato. The Mandè Variations è un disco senza tempo, senza radici e con un brano che è una vera perla: “Elyne Road”, e poi c’è anche un omaggio al mitico Ali Farka Tourè recentemente scomparso. - Un ringraziamento doveroso alla World Circuit che dopo il "Buena Vista" cooderiano ci regala un altro capolavoro. - The Mandè Variations: un uomo da solo in preghiera. un griot e la sua kora.
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Redazione
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il 06 Aug 2008 alle 15:19 |
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