di Piero Giorgio Camaioni
Al Ballarin, facendo piazza pulita dei decrepiti spalti e della rugginosa ferraglia, si formerebbe un giusto vuoto urbano. Con gran prato al centro. Costo dell’operazione, 400.000 euro, quanto quel ridicolo parquet del Molo sud. [Alla prima mareggiata lo vedremmo galleggiare al largo…]
Due - tre mesi di lavori e voilà: un rigenerante “Vuoto” in più, un inutile parquet in meno.
Ma ai “Nostri” non va bene. Il Vuoto gli fa paura. Dicono: visto che brutto il vuoto-Montebello? Per forza dobbiamo riempirlo! Box-auto, alluminio, plexiglass, cemento armato. Col condimento di qualche alberello riparatore, si capisce.
Io ribadisco che Mercato Montebello non andava demolito. La sua solida struttura simil-razionalista, tolti l’eternit malefico e gli orpelli, e imbiancata con cura, avrebbe mantenuto e protetto l’”anima” di uno degli ultimi luoghi della nostra memoria, divenuti col tempo poco interessanti. Come una grande scultura trasparente, senza firma, vuota dentro ma densa, abitabile dal pensiero.
Lo stupido vuoto che ci ritroviamo oggi, invece, quello sì che fa paura: il circondario, squallido da sempre, ora più nudo, in amara evidenza. Al contrario, quella candida geometria , calamitando ogni sguardo sulla sua relativa ed essenziale bellezza, sui suoi vuoti liberi, sulla sua apparente non-funzione, avrebbe attenuato/nascosto il brutto della circostante eterogenea non-architettura bassomercantile.
(…)
Ma ormai il guasto è fatto. Evitiamo di farne un altro.
Il Ballarin. E’diverso, ma la (mia) idea di base è la stessa. Il suo circondario non è angosciante, si può guardare. Le sue cadenti volumetrie però non sono recuperabili. Pericolose, e non hanno alcuna dignità estetica. Vanno abbattute, ma preservando l’affettuoso prato, gloriosa anima del Ballarin. Farei barricate per non farlo toccare: un rettangolo verde vuoto libero arioso, come poteva essere il colonnato-Montebello.
Ci sarebbe pure da parlare dell’idea di “Vuoto” in Architettura e in Urbanistica.
Vuoto che è Oro, che quando manca lo inventano: contro ogni esagerata concentrazione edilizia, alienante densità abitativa, intollerabile dinamismo commerciale, latente disagio sociale…
Al Convegno “La città del terzo millennio” (Auditorium di SBT, 12.02.’09) ne accennò Pino Brugellis. Con competenza esperienza entusiasmo. Ma i “Nostri” non c’erano.
Se ci fossero stati, avrebbero capito?
Insomma, c’è Vuoto e vuoto. Sciocco averne paura.
Io richiamerei Fondazione Carisap perché dia al suo archistar Tschumi un input un po’ modificato [stimolante per lo stesso Tschumi ]: un progetto sensazionale – sì - per il Ballarin, ma a base di… “Vuoto”.
22.03.’09 PGC