di Sara Di Giuseppe
11/10/2008 - San Benedetto, viale Secondo Moretti, sabato tardo pomeriggio. Incalzano i tamburi a incorniciare l´incanto lieve di stendardi in volo; sbandieratori e sbandieratrici (esperti, giovanissimi) lanciano raccolgono e rilanciano, con mano sicura. Sfilano cavalieri, gonfaloni, uomini d´arme. I pesanti velluti fanno ieratico il passo di dame e notabili. Io lì per caso: la rievocazione mi cattura, dimentico la bici-sherpa e la fretta. Per un po´ sono fuori dal sabatuccio di provincia, negozi neon zaffate di pizza. Pausa. Per un po´ altrove, in altro tempo. Sanno far bene le cose queste città che amano la proprio storia e la ricreano con consapevole passione.
Bella parata storica. Non senza soprassalti di malinconico imbarazzo, per la disarmonia tra lo spettacolo e la sua cornice. Perché il brutto urbanistico che della San Benedetto moderna è la cifra, qui celebra i suoi trionfi. E le donne, i cavalier, l´arme, spaesati e fuori contesto, sfilano fra il rutilante Romandini-muro-di-vetro, pretenzioso Florian bombardato nei piani alti, libreria-supermarket dall´arredo macelleria macedone. S´inerpica tra caffèsciarra mal accampato in strada, mutanderie, edicole espanse, gazebi questuanti firme. Attraversano la raccapricciante Montebello. Per precipitare infine, ormai affranti, nell´abbacinata piazza Nardone - spianata lunare & madonna-delle-scale. Fra torme di adolescenti in struscio, look nero totale, nanismo di ritorno, telefonini ultimo spot, occhialoni scuri anche al buio, che fa fico.
(...)
E grottesca paralisi di auto: per disabitudine locale ad usar gambe e bici, certo; ma soprattutto per insipienza di chi ha "dimenticato" (!) di deviare il traffico perpendicolare alla sfilata. Auto furenti, furenti clacson: da suggerirgli di suonarli al ritmo dei tamburi...L´unico vigile, mimetico nella folla, finge cecità, sfugge buon per lui al linciaggio certo... [Peggio solo Grottammare, che alla Sacra Giubilare "dimenticò" di deviare le auto dalla nazionale. Code bibliche, auto allo sbando, dirottate in extremis su per la Cuprense, dove pare s´aggirino ancora, incapaci di ritrovar la rotta...]
Serve altro? Speranza non c´è, se una buona rievocazione storica fa da cartina di tornasole e impietosamente disvela il brutto dell´oggi, il peggio che avanza, il becero che trionfa. Né benedizioni d´ordinanza né furbi ripescaggi di santipatroni vi rimediano. Al massimo porteranno voti, garantito.
E il pensiero va ad ariostesche "cortesie e audaci imprese", di quando entro le mura cittadine talvolta non facevano entrare neppure i cavalli...
SDG