Progetto “Ragazzi in sport”, una scommessa riuscita
di Massimo Narcisi Domenica 18 maggio, nella parrocchia di San Marcello di Ascoli Piceno e nel vicino centro sportivo SGL Carbon, si è svolta la terza tappa del Progetto “Ragazzi in sport”, un campionato pensato e realizzato per i bambini e i ragazzi dai 6 ai 14 anni. La manifestazione di Ascoli rappresenta la conclusione di un percorso di tre appuntamenti che ha visto i giovani atleti del CSI “invadere” con la loro gioia ed il loro entusiasmo tre centri del nostro territorio: Montefiore dell’Aso, il 24 febbraio; San Benedetto del Tronto, il 6 aprile e, appunto, Ascoli Piceno, lo scorso 18 maggio. In un tempo in cui tanti dicono e scrivono sull’emergenza educativa che caratterizza il nostro tempo, non vi nascondo che mentre progettavo questa attività, come dirigente di associazione ma prima di tutto come cristiano, mi sono fermato più volte a riflettere se veramente è questa la direzione giusta; se veramente le nostre proposte e le nostre iniziative sono il frutto di una profetica lettura dei tempi o sono soltanto il risultato di un continuo navigare a vista. A rispondere alle mie domande ci hanno pensato gli oltre 250 bambini provenienti da diverse società e parrocchie (S.S. Torrione, San Giuseppe e Gagliarda Samb di San Benedetto; San Basso di Cupra Marittima; Csi Montefiore; Oratorio Giovanni Spinucci di Poggio di Bretta e Csi Lisciano di Ascoli Piceno), i tantissimi genitori e i numerosi allenatori e dirigenti che hanno creduto e partecipato al progetto. Proprio pensando a loro, ai loro sorrisi, alla loro gioia, al loro entusiasmo, con un pizzico di presunzione, credo proprio che si sia imboccata la strada giusta. Credo che con “Ragazzi in sport”, la nostra Associazione abbia saputo interpretare i segni dei tempi e abbia iniziato a tracciare, nel suo piccolo, una rotta che potrebbe portare lontano. Vedere intere famiglie che al mattino fanno festa nell’Eucaristia e bambini che, nel pomeriggio, realizzato un punto o segnato un gol, corrono ad abbracciare il papà e la mamma a bordo campo, mi ha fatto capire che forse non è poi tutto sbagliato e che, oggi più che mai, c’è bisogno di queste esperienze di aggregazione e di festa ma, soprattutto, c’è bisogno di essere credibili, di essere testimoni autentici di quella Speranza che è in ognuno di noi. Solo “educando narrando la vita”, come diceva Don Bosco, e, tornando a scommettere, citando Giovanni Paolo II, sul “Capitale Umano” contribuiremo veramente a “rianimare” la vita di quanti incontreremo sulla nostra strada: solo così, “un germoglio spunterà sul tronco di Iesse” (Isaia 11, 1) . Una sfida importante che il CSI è pronto a raccogliere. Ma non può e non vuole essere solo. Secondo un adagio del Burkina Faso, infatti, “basta una donna per generare un bambino, ma occorre l’intero villaggio per educarlo”. Occorre quindi creare una rete tra le varie agenzie educative - famiglia, scuola, parrocchia, associazionismo - per convergere verso una direzione comune, verso lo sviluppo armonico della Persona Umana, in particolare dei più giovani, uomini, sportivi, genitori e cittadini di domani. Un piccolo passo è stato fatto, ora non resta che proseguire puntando sempre all’Eccellenza e facendo bene il Bene. Grazie a tutti e buon cammino.
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