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Il Texas, le arti marziali, la scrittura: tutto il mondo di Joe R. Lansdale

di Pierluigi Lucadei

Nato in Texas nel 1951, inizia negli anni Settanta a pubblicare racconti gialli e di fantascienza per varie riviste, svolgendo nel frattempo i lavori più disparati, da contadino a buttafuori, da bidello a operaio. Nel 1980 pubblica il suo primo romanzo, Atto d’amore, e decide di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, dando il via ad un percorso letterario che, negli anni a venire, attraverserà tutti i generi e lo porterà a conoscere un incredibile successo, in Patria e all’estero. Parliamo di Joe R. Lansdale, che negli ultimi anni è diventato oggetto di culto anche in Italia. Grottesco, violento, comico, anti-Bush e maestro di arti marziali. Tra i suoi libri ricordiamo Bad Chili, Il mambo degli orsi, L’anno dell’uragano, La sottile linea scura, Tramonto e polvere, La notte del drive-in.

Leggendo i tuoi romanzi ci si trova di fronte ad una terra diversa da quella che siamo abituati a conoscere attraverso certi film, certi libri. Puoi raccontarci il tuo Texas?
Io vengo dal Texas orientale, che è un Paese molto diverso da quello dei film, dei libri. Il mio Texas assomiglia piuttosto al sud degli Stati Uniti, è pieno di ruscelli, laghetti, fiumi, con un clima molto umido. Se ti spingi fuori dal Texas orientale troverai il Paese che sei abituato a vedere nei film, col sole e il clima secco. Il mio Texas è invece simile alla Louisiana con cui confina, ci sono insetti, tafani, alligatori, la popolazione è un mix di razze, con inglesi, neri, messicani… E’ un Paese molto bello, io lo amo molto, ma è anche molto cupo, ed è proprio questo lato cupo che io amo esplorare nei miei romanzi.
In America sei considerato uno scrittore strettamente legato alla tua terra, al Texas?
Quando ho iniziato a scrivere, nessuno voleva pubblicarmi: gli editori mi consideravano troppo texano. Oggi non è più così, e il paradosso è che molti scrittori mi copiano pur non essendo mai stati in Texas.
Il ricordo del vecchio Texas come si riverbera nei tuoi scritti di oggi, come ritorna nelle tue storie?
Il Texas degli anni Cinquanta, quando sono nato, ma più in generale il Texas fino a venticinque anni fa era grossomodo lo stesso della fine dell’Ottocento, pieno di fiumi, boschi, paludi. Ovviamente poi il progresso ha portato dei cambiamenti, il cemento ha spianato le strade. Il Texas di oggi mantiene però parecchi aspetti oscuri che lo rendono il posto ideale per ambientare delle storie. Per chi viene da fuori può essere un’area spaventosa, ma per chi scrive direi che è un posto ottimo.
Cosa succede dentro Joe R. Lansdale quando scrive?
Molti scrittori dicono che la scrittura sia qualcosa di terribile. Certo, c’è da lavorare sodo, ma io prima di fare lo scrittore ho lavorato in fabbrica e posso dire che ci sono molte cose peggiori della scrittura. Per me è divertente, io amo scrivere. Mi immedesimo a tal punto nei personaggi da vivere le loro emozioni: se i protagonisti sono eccitati io sono eccitato, se hanno paura io ho paura. Comunque scrivo soltanto tre ore al giorno, perché la scrittura mi prende a tal punto che devo fermarmi, a volte mi prende come una febbre da scrittura che mi fa sentire esausto. Ma, ripeto, mi viene da ridere quando sento quegli scrittori pieni di sé che si dicono tormentati. Dovrebbero provare a lavorare in un campo di fiori se gli riesce, ti assicuro che nello scrivere c’è molto meno tormento.
Come nascono i tuoi personaggi? Da dove vengono e che rapporto hai con loro?
La risposta è sfaccettata. Possono venire dalla storia. Oppure dal mio ragionare sui fatti che conosco. Io sono cresciuto attorniato da gente che si è sempre rifatta al racconto orale, mio padre, i miei zii, gli amici di famiglia erano tutti abili nel raccontare storie. Mio padre era una sorta di avventuriero: quando io sono nato aveva già quaranta anni e negli anni Trenta aveva fatto il pugile nelle fiere di paese e per spostarsi da un posto all’altro si nascondeva nei treni. Alcuni miei parenti erano stati ladri di cavalli, alcuni miei antenati avevano combattuto la Guerra Civile. Io stesso ho conosciuto molte persone, anche strambe. Ecco da dove vengono i miei personaggi.
Forse non tutti lo sanno, ma Lansdale è un maestro di arti marziali ed ha addirittura fondato una scuola, lo Shen Chuan. Qual è il tuo rapporto con le arti marziali? E l’approccio alla disciplina si rispecchia nella scrittura?
Sono quarantatre anni che faccio arti marziali, ho iniziato quando avevo undici anni. Come dicevo, anche mio padre era un lottatore. Io negli anni ho sperimentato tutte le arti marziali, judo, aikido, karate, boxe tailandese etc. Quando mi sono reso conto di aver messo insieme le varie tecniche, ho fondato una mia scuola, lo Shen Chuan, che ha avuto un riconoscimento internazionale, e questo mi ha permesso di tenere lezioni in tutti gli Stati Uniti. Magari, se capiterà l’occasione, mi piacerebbe venire a fare delle lezioni anche in Italia. Gli insegnamenti delle arti marziali che possono essere utili anche per la scrittura sono la capacità di concentrarsi e l’economia dei movimenti, cioè dare un cazzotto e fare in modo che sia efficace, senza troppi movimenti strani. Così, è inutile perdersi in ciance quando si scrive, bisogna andare dritti al punto. Ci deve essere la forza di spogliarsi di tutti gli orpelli per colpire il bersaglio.
L’impressione che si ha leggendo le tue storie è tu stia lì a divertirti mescolando il più possibile il registro drammatico e quello comico.
Sì, è vero, è proprio così. Mi diverto molto, mi piace costruire delle scene, far aumentare la tensione e poi smorzarla, inserendo l’elemento comico. Altre volte invece inizio in maniera lieve e poi, che ne so, faccio scoppiare una bomba, divertendomi ad inserire l’elemento drammatico.
Molti tuoi romanzi, soprattutto quelli della saga dei detective Hap e Leonard, sembrano particolarmente adatti al grande schermo. C’è qualche progetto in tal senso?
Diverse volte c’è stato interesse per far dei film, ma alla fine non si è mai fatto niente. Ora sembra che debba essere girato L’anno dell’uragano, che è stato opzionato dalla casa di produzione di Ridley e Tony Scott. Io stesso ho scritto la sceneggiatura. A dirigerlo dovrebbe essere il figlio di Ridley Scott.

Tutti i romanzi di Joe R. Lansdale (in grassetto quelli di cui sono disponibili traduzioni italiane):
Atto d’amore (Act of love, 1980), Fanucci;
Dead in the west (1983);
Il lato oscuro dell’anima (The nightrunners, 1983), Fanucci;
Texas night riders (1983);
Magic wagon (1986);
La notte del drive-in (The drive-in, 1988), Einaudi;
Freddo a luglio (Cold in july, 1989), Fanucci;
Il giorno dei dinosauri (The drive-in 2, 1989), Einaudi;
Savage season (1990);
Drive-by (1993);
Mucho Mojo (Mucho Mojo, 1994), Bompiani;
Il mambo degli orsi (Two-bear mambo, 1995), Einaudi;
Bad chili (Bad chili, 1997), Einaudi;
The boar (1998);
Rumble tumble (Rumble tumble, 1998), Einaudi;
Fiamma fredda (Freezer burn, 1999), Mondadori;
Blood dance (2000);
In fondo alla palude (The bottoms, 2000), Fanucci;
L’anno dell’uragano (The big blow, 2000), Fanucci;
Capitani oltraggiosi (Captains Outrageous, 2001), Einaudi;
Zeppelins west (2001);
La sottile linea scura (A fine dark line, 2002), Einaudi;
Bubba Ho-Tep (2003);
Tramonto e polvere (Sunset and sawdust, 2004), Einaudi;
Flaming London (2005).

 Pierluigi Lucadei

in Vetrina

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