Università degli Studi di Macerata, 9 febbraio 2008
La vergognosa lista nera apparsa in rete, nella quale sono riprodotti i nomi di 162 professori dell’Università Sapienza di Roma e di altri Atenei italiani accusati di avere «un cognome ebraico» e di sostenere «pubblicamente e politicamente Israele», rappresenta un fatto ignobile e gravissimo che non può essere in alcun modo passato sotto silenzio o liquidato in modo superficiale. Si tratta di un inequivocabile segnale del malessere profondo e del diffuso smarrimento delle coscienze che, in questi ultimi tempi, sembrano caratterizzare il nostro Paese e offrire spazio a pericolosi rigurgiti razzisti e antisemiti. Davanti a tali espressioni e ad altre manifestazioni di cieca intolleranza (si pensi alla recente vicenda della Fiera del Libro di Torino o alle tante espressioni di razzismo e antisemismo che ancora di quando in quando si verificano negli stadi o in tanti episodi della quotidianità del nostro Paese), l’Università degli Studi di Macerata intende fare proprio l’appello del portavoce della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici a reagire con forza e con determinazione, a condannare pubblicamente questo atto gravissimo ed esecrabile, a manifestare la piena vicinanza e la più viva solidarietà ai 162 professori che compaiono nella lista e alle comunità ebraiche del nostro Paese. Agli autori e protagonisti di questa squallida e vergognosa manifestazione di antisemitismo e di intolleranza vogliamo ricordare che, come professori dell’Università di Macerata, ci sentiamo tutti ebrei e che, nella nostra Università e nelle Università italiane, non c’è posto per alcuna forma di razzismo e di cieco fanatismo antisemita. Alle due carissime colleghe del nostro Ateneo, Danielle Lévy e Paola Magnarelli, il cui nome compare nella famigerata e vergognosa lista nera, va il nostro più caloroso e fraterno abbraccio, testimonianza di una vicinanza piena e di una solidarietà che si alimentano delle tradizioni di libertà e di confronto che sono proprie della cultura universitaria e del patrimonio inalienabile dei valori umani e civili che costituiscono il fondamento della convivenza democratica nel nostro Paese.
*Rettore dell’Università degli Studi di Macerata