Serie A Tim, 14ª giornata: Fiorentina-Inter 0-2
FIRENZE – Dopo il momento di autentica commozione nel pre-partita per il ricordo di Manuela Prandelli, moglie del mister viola scomparsa in settimana, Fiorentina-Inter inizia nel segno della squadra di casa che, specialmente con l’esuberanza del rientrante Mutu, prova ad imporre il proprio gioco. Al 10’, però, sono i nerazzurri a passare in vantaggio: la triangolazione tra Jimenez e Ibrahimovic è perfetta, il sudamericano batte Frey di destro e realizza così il classico gol dell’ex. Da questo momento in poi, la Fiorentina perde in cattiveria e voglia di far male, anche perché l’Inter è brava a chiudere tutti gli spazi, a ripartire con le sgaloppate di Maicon e a rendersi pericolosa ogni qualvolta Ibrahimovic tocca il pallone. Al 27’ lo svedese fa tremare in Franchi, ricevendo al limite dell’area e scagliando un violento destro che Frey è bravo a deviare. Sul finire del tempo però l’Inter riesce a raddoppiare e ancora una volta c’è lo zampino di Ibrahimovic, che serve uno splendido pallone a Cruz, che davanti a Frey non sbaglia. Si va negli spogliatoi sul punteggio di 0-2. Nella ripresa dentro Vieri e Jorgensen sin dal primo minuto al posto di Pazzini e Kuzmanovic. All’8’ Liverani imbecca Vieri che però, di destro, non colpisce bene e il pallone finisce fuori. Al 10’ spettacolare ping pong tra Ibrahimovic e Frey, con l’estremo difensore viola che si oppone ripetutamente alle conclusioni ravvicinate dell’asso svedese. Ancora Frey protagonista al 12’, quando para prodigiosamente un tiro del solito Ibrahimovic. Con l’ingresso di Suazo ad un quarto d’ora dal termine, l’Inter fa partire un contropiede dietro l’altro. La Fiorentina, con l’uscita di Liverani, cerca di costruire gioco ma lo fa senza grandi idee e finisce per affidarsi a iniziative singole spesso velleitarie. Al 32’ ci prova Vieri con un’incornata di poco alta sulla traversa, al 41’ Donadel con un tiro da fuori area. All’ultimo minuto miracolo di Julio Cesar che respinge di piede una conclusione di testa a botta sicura di Semioli. Alla fine prevale ancora il cordoglio per il dolore della famiglia Prandelli e gli applausi del Franchi sono tutti per il mister. Dal lato puramente tecnico, la Fiorentina – così come nelle ultime due partite di campionato – non si è dimostrata all’altezza della squadra spumeggiante d’inizio stagione. L’Inter dal canto suo ha mostrato ancora una volta le caratteristiche di squadrone ammazza campionato, capace, anche in una giornata non facile come quella odierna, di far valere il suo tasso tecnico fuori dal comune.
Pagelle:
Ibrahimovic 7 – Trasforma in oro i pochi palloni che tocca. Due assist da manuale per le reti di Jimenez e Cruz. Uno strepitoso Frey gli nega ripetutamente la gioia del gol personale.
Maicon 6,5 – Qualche difficoltà nel contenere l’estro di Mutu in avvio. Si propone in avanti sempre con grande pericolosità e corre a velocità doppia rispetto a Pasqual, suo rivale di fascia.
Cambiasso 6,5 – Rompe le trame di gioco viola e lotta dall’inizio alla fine con raro agonismo. L’anno scorso al Franchi aveva realizzato una doppietta, quest’anno non segna ma regala lo stesso una buona prestazione.
Cruz 6,5 – Gli capita un pallone buono e lo butta dentro. E’ questo il giardiniere entrato ormai di diritto nel cuore dei tifosi nerazzurri. Sempre più uomo chiave nello scacchiere di Mancini.
Mutu 6 – Per lunghi tratti dela match sembra essere l’unico viola sceso in campo con la giusta determinazione e la necessaria voglia di vincere. La condizione non è al top, ma riesce ugualmente a creare grattacapi a Maicon e Dacourt che cercano di contenerlo.
Pazzini 5 – Unico guizzo al 23’ quando riceve al limite dell’area, si gira e lascia partire un bel tiro che Julio Cesar devia in angolo. Per il resto la sua è una partita di ordinaria mediocrità. Prandelli lo lascia giustamente negli spogliatoi dopo i primi 45’.
Frey 7 – Incolpevole sui gol di Jimenez e Cruz, compie interventi da campione su Ibrahimovic che evitano alla sua squadra un passivo più pesante.
Donadel 5,5 – Corre e si sbatte come al solito ma difetta di lucidità. Quando, con l’uscita di Liverani, prova ad impostare l’azione, si perde in una serie di imprecisioni che non gli fanno raggiungere la sufficienza.
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