“Dal Simeto al Tamigi”: il nuovo tour di Carmen Consoli
di Pierluigi Lucadei
Cara Carmen, correggimi se sbaglio. Ho assistito ad una tappa del nuovo tour, “Dal Simeto al Tamigi”, esattamente nove anni dopo averti visto per l’ultima volta dal vivo. Sono venuto al concerto un po’ prevenuto, lo confesso. Sarà perché, dopo aver amato i tuoi primi dischi, ero rimasto indifferente di fronte agli ultimi, sarà perché la tua intenzione di imbracciare solamente la chitarra acustica e di portare in scena le radici della tua terra mi aveva messo un po’ paura, ma sono entrato nel Palasport con l’idea che ne sarei uscito deluso. E’ che i tuoi concerti mi piacevano, ne avrò visti quattro o cinque nel giro di un anno e mezzo, avevi una telecaster honeyblond al collo, cantavi di la stonati e veneri storpie, dentro piccoli club che scoppiavano di entusiasmo e di sudore. Io ti ho sempre riconosciuto uno smisurato talento e, negli ultimi anni, mi è dispiaciuto vederti persa dietro tentativi di rendere nuova la tua via alla canzone d’autore, di tentare altre vie, riuscendoci solo in parte. Sappi che non ho comprato neanche il tuo ultimo cd, sentito il singolo alla radio me ne sono guardato bene. E, quasi mi facessi un dispetto, nella prima metà del tuo concerto hai fatto di tutto per rafforzare le mie perplessità. Il primo appunto non posso risparmiarlo al palco, enorme, col sipario bianco che non ha permesso di vedere i preparativi e l’entrata in scena, e con una distanza di venti metri tra te e i ragazzi della prima fila. Mi è sembrato assurdo, per una come te, che notoriamente non si risparmia, metter davanti al pubblico spazio e veli. Hai iniziato con La bellezza delle cose, e poi hai snocciolato le canzoni del disco nuovo, che mi sono sembrate involute, ingarbugliate, forse anche inoffensive laddove hanno proprio l’intenzione di offendere. Ho applaudito tutti i pezzi, sia chiaro, ma era educazione più che altro. Gli arrangiamenti world non hanno saputo comunicarmi nulla. Ad un certo punto ho avuto il dubbio di aver sbagliato concerto, di essermi ritrovato per caso ad uno spettacolo di Teresa De Sio. Poi è calato il sipario e siamo stati sottoposti ad una raffica di immagini. Un blob in cui si vedevano le atrocità fisiche e morali del nostro tempo. Niente di nuovo, mi sono sembrate anzi trite immagini retoriche, eppure mentre le guardavo il pensiero che mi si è prepotentemente piazzato davanti a tutti gli altri è stato che come tipo mi piaci proprio, perché hai la faccia tosta e in fondo te ne freghi e vai per la tua strada e sei acuta e intelligente e hai le palle e, insomma, sei come ogni ragazza dovrebbe essere, secondo me. E, Carmen, io non so cos’è successo, ma da quando il sipario è tornato su e la seconda parte del concerto ha preso il via, sei migliorata nettamente, mi hai dato uno smacco, mi hai fatto ricordare i motivi per i quali i tuoi concerti mi piacevano tanto. Quattro su tutti. Primo: una manciata di canzoni d’amore – si poteva desistere dal tremare quando hai intonato Blunotte e Autunno dolciastro? – che si sono prese la briga di traghettare l’emozione verso un livello più alto, dove le lacrime sono così ben scolpite che riescono ad assorbirsi nella segreta gioia nascosta dentro ogni cuore. Secondo: il tuo modo di ancheggiare verso la chitarra ché sembra quasi tu voglia scoparla, in Italia nessuno lo fa e io l’avevo dimenticato. Terzo: il crescendo di Fino all’ultimo, dal sussurro all’isteria, col ritornello che diventa rito collettivo prima di morire nel tuo sospiro. Quarto: il pezzo con cui hai chiuso il concerto, Quello che sento, l’hai scritto che eri poco più che una bambina ed è ancora bellissimo e mentre lo suonavi ti ho rivista sola, minuscola e con un coraggio da leone, davanti al pubblico che non ti conosceva e rimaneva folgorato, dieci anni fa. Non ho l’assurda pretesa che le cose restino uguali a se stesse, da sempre a sempre. Semplicemente, per me, la Carmen che canta le proprie emozioni e si mette a nudo surclassa la Carmen storyteller a tutti i costi. Contessa Miseria, Matilde odiava i gatti, Signor Tentenna, Maria Catena, tutti questi personaggi dei quali dubito di non poter fare a meno, mi allontanano da te e non posso farci nulla. Di recente ti ho sentito citare Nick Cave. Direi che è un esempio perfetto per il mio ragionamento. Credo sia l’unico artista al mondo che possa permettersi di pubblicare, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, due dischi completamente differenti come Murder Ballads e The Boatman’s Call. Quest’ultimo una messa a nudo dell’anima con tale disprezzo del pudore da non avere uguali nella storia del rock; Murder Ballads, invece, una vera e propria recita in cui Nick, prima ancora che un grandissimo autore, dimostra di essere un insuperabile attore/interprete. In tutta onestà, sono convinto che sia difficile per qualsiasi altro artista fare una cosa del genere mantenendo lo stesso fascino e la stessa credibilità. Il mio non vuole essere un invito a lasciar perdere le storie di paese, le storie della tua terra, le storie che hai voglia di raccontare, non fraintendermi. Più semplicemente sono certo che non hai bisogno di cercare troppo. Il talento cristallino vale il diritto all’autarchia, e tu hai bisogno solo di te stessa, di sei corde e di un microfono. Ti avrò soltanto strappato un po’ di silenzio con queste ignobili righe, ma ti ho ritrovata dopo nove anni e non ho potuto privarmi del piacere di tornare a parlarti.
Tutte le date del tour: 9 maggio - Palermo, Palasport 11 maggio - Catania, Palacatania 13 maggio - Napoli, Palapartenope 15 maggio - Roma, Palalottomatica 17 maggio - Firenze, Mandela Forum 19 maggio - Bologna, Palamalaguti 22 maggio - Milano, Filaforum 25 maggio - Madrid, L'Arena 27 maggio - Barcellona, Sala Bikini 31 maggio - Berlino, Kalkscheune 1 giugno - Amsterdam, Paradiso 2 giugno - Lussemburgo, Rockhaal 3 giugno - Zurigo, Moods 6 giugno - Parigi, Cigale 8 giugno - Londra, Camden Centre Il tour "Dal Simeto al Tamigi" è un viaggio attraverso l'Italia e l'Europa con un unico denominatore comune: il fiume. Il tour è partito dalla Sicilia, culla della cantantessa oltre che di molti dei suoni tradizionali utilizzati nei nuovi brani e regione del Simeto, e si concluderà a Londra, città più popolosa d'Europa, multirazziale, dove scorre il Tamigi.
Leggi l'intervista a Carmen Consoli: http://www.ilmascalzone.it/articolo.php?id=4495
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