Libertà di scuola e libertà di insegnamento? Tra il dire e il fare...
di Vincenzo Convito*
Il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, oggi pubblica un editoriale, a firma di Giacomo Samek Lodovici, che, col titolo "Soltanto una scuola libera sarà anche pertinente", sostiene che "Lo Stato deve garantire che i genitori di sinistra possano mandare i figli in scuole di sinistra, quelli liberali in scuole liberali, quelli cattolici in scuole di ispirazione cattolica. ... La posta in gioco non e' la tutela degli interessi dei cattolici bensì la salvaguardia delle libertà delle famiglie di educare i figli secondo i propri valori o principi". La cosa non ci stupisce più di tanto perché non e' una presa di posizione nuova in quell'ambito di pensiero che fa riferimento al quotidiano dei vescovi, ma e' opportuno che abbia risalto quando i partiti in gioco si apprestano a chiedere il consenso agli italiani per il rinnovo delle Camere dei legislatori. Forse, perché qualcuno ne potrebbe anche parlare e abbozzare delle proposte per superare l'attuale sintomatica situazione che vede di fatto solo una scuola privata oltre quella pubblica, quella cattolica-vaticana. E' questo che vuole l'editoriale del quotidiano l'Avvenire? Vuole che lo Stato promuova qualunque tipo di scuola privata, ovviamente conservando quella pubblica, al pari di come oggi avviene solo per quella cattolica-vaticana? Vuole, per esempio, che le famiglie abbiano un bonus di base da impiegare per decidere se mandare i loro figli a questa o a quella scuola? Vuole, inoltre, che ciò possa accadere anche oltre la scuola dell'obbligo, nelle università? Noi siamo disponibili a farci promotori di questa battaglia di libertà di scuola e di insegnamento, ma solo a partire dall'azzeramento degli attuali privilegi che consentono la solitaria presenza della scuola privata cattolico-vaticana, mettendo tutti sul medesimo livello.
* Presidente Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori)
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