21° Festival degli Appennini
12/06/2008 - Un’edizione di altissimo livello, quella del 21° Festival degli Appennini, che si è svolta sabato 17 maggio nella gremitissima Cattedrale S. Maria Assunta di Montalto Marche. Il coro “La Cordata”, diretto dal M° Patrizio Paci, dopo una preparazione attenta e rigorosa, ha aperto la serata con quattro canti tratti dal repertorio trentino e friulano, palesando una timbrica morbida e squillante allo stesso tempo. Ottima la fusione delle voci, con dinamiche interpretative accentuate in maniera decisamente espressiva. D’altronde il M° Patrizio Paci, reduce dai recenti riconoscimenti per le armonizzazioni ed elaborazioni di melodie popolari, ormai divenute repertorio di celebri cori Trentini, Veneti e Friulani, riesce con successo a trasferire ai coristi, entusiasmo e competenza, studiando il fenomeno del Canto Popolare direttamente alla fonte, a stretto contatto con illustri personaggi della coralità italiana. Infatti ha recentemente preso parte ad un convegno dibattito con il M° Bepi De Marzi ed ha frequentato un masterclass, tenuto a Riccione dal M° Mauro Pedrotti, direttore del coro della SAT di Trento. Il coro “Di Canto in Canto” di Bologna, vocal ensemble caratterizzato da una raffinata armonia di voci femminili e maschili, perfettamente modulate. Appena 14 elementi, per la direzione del veterano M° Mauro Camisa, che ha deliziato i palati fini, con l’esecuzione impeccabile di canti popolari internazionali…….Quel modo di porgere un testo musicale con misurata delicatezza ha suscitato nel pubblico particolari emozioni, vibrazioni dell’anima, quasi un senso di sospensione e di leggerezza…….Si può davvero dire che la musica ed il canto si sono fatti poesia. Il coro “CAI” di Belluno, diretto dal M° Vittorino Nalato ha saputo trasferire nel pubblico le immagini delle emozioni, delle vicende belliche ed umane delle Dolomiti bellunesi. Magistrali interpretazioni di brani della tradizione popolare con voci terse e fuse in una vocalità d’insieme, ora accorata espressione di accenti nostalgici, ora vivido riferimento alla crudezza della guerra.
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