di Angellotti Giuseppe*
"On the road... my road"
Cos'è la strada.
La strada è, ormai, diventata una infinita trincea d'asfalto in cui ci si combatte 24 ore su 24 senza tregua.L'eccessivo numero di vetture in circolazione, su una rete stradale
realizzata 30,40 anni fa per un traffico dieci volte inferiore
a quello attuale, provoca i quotidiani lutti.
Le strade, durante la festività dei defunti,diventano una
triste rassegna di mazzi di fiori legati a pali ed alberi.
Eppure, subito dopo l'incidente mortale, la Vita (giustamente)
continua e si lasciano le cose come prima.
Succede che in "quel" particolare tratto di strada accadano
uno, due o più incidenti anche mortali nell'arco di poco tempo
senza che poi si faccia nulla.
A proposito, lo sapete che il numero complessivo dei morti in
Italia per incidente stradale dal 1945 ad oggi è superiore al
numero di morti italiani nella II guerra mondiale?
( Apro questa parentesi prima di proseguire poichè, in questo
momento, sto ascoltando la radio che parla di due morti DA
STRADA, e stamattina sulla cronaca locale ho letto di un
uomo di 46 anni morto in moto durante un escursione, ed
immagino che non siamo al corrente di tutte le altre cronache
locali italiane...tristi coincidenze...)
Tornando a noi, una disgrazia accade per la confluenza di più
concause che si incrociano tra loro.
Così : in guida ubriachi, la cintura di sicurezza slacciata,
la mancanza di airbag( anche se a volte è proprio l'airbag il
pericolo ), l'asfalto bagnato, i pneumatici consumati, ecc...
provocano la tragedia.
Basterebbe che anche una sola di queste concause fosse
eliminata (es. l'uso della cintura di sicurezza) perchè ci si
salvi la vita.
Ma la cosa più scandalosa dell'incidente stradale è la sua
evitabilità : per trovare una causa "umana" rispetto ad un
tumore occorre una anamnesi retroattiva anche di parecchi anni
, mentre il sinistro stradale si esaurisce nel breve attimo
dell'impatto.
Per esperienza personale, poi, vi posso garantire che la morte
sulla strada non è poi un evento così straordinario, ma, anzi,
una cosa normalissima e banale.
Sbalzato dal mio motorino senza casco (era il 1991 ed il casco
non era ancora obbligatorio), volando per 10 metri tra le
macchine in movimento, e "fortunatamente" rompendomi "solo" la
spalla, solo allora mi sono reso conto di come sia insignifi-
cante la morte vista in faccia.
Le Parche non avevano ancora deciso di tagliare il filo della
mia vita: per quel giorno è toccato a qualcun altro in qualche
altra parte.
Ma non dobbiamo pensare che la si possa fare franca sempre,
anche perchè (parlo ancora a titolo personale) può succedere
che il "miracolato" riceva il colpo di grazia per le cure
sbagliate di (rari ma reali) medici inetti e sia poi abban-
donato a sè stesso e alle proprie ossa a ed ai propri nervi
a pezzi.
Quindi controllate i pneumatici, i freni, allacciatevi le cinture, comprate auto nuove con l'airbag e soprattutto
guidate piano e sobri.
In conclusione, voglio segnalare una ottima iniziativa
"in tema" : l'Associazione Europea Familiari e Vittime della
Strada, di cui io sono il responsabile locale.
La missione di noi superstiti martoriati nel corpo e nell'
anima, è battersi per strade più sicure, per auto più effi-
centi, per una repressione più ferma delle condotte pericolose
, per meno morti, per una solidarietà fraterna agli
sventurati sopravvissuti.
Se qualcuno di voi ha vissuto di persona la tragedia del
sinistro stradale grave o mortale, può riscattare il proprio
dolore partecipando alle nostre iniziative : darà così un
ulteriore senso al proprio dramma.
*Associazione Nuovi Esistenzialisti