di Avv. Luca Basso*
Stim.mo Direttore,
Le scrivo in qualità di Presidente della F.I.V.L., Federazione Italiana di
Volo Libero, che rappresenta oltre 5000 piloti di deltaplano e di parapendio
attivi in Italia.
Quest'estate le tragiche notizie di incendi, appiccati, soprattutto per
opera di sciagurati piromani in meravigliose regioni del nostro Paese, hanno
purtroppo monopolizzato la cronaca.
Con questo mio breve scritto vorrei segnalarvi un'opera silenziosa, ma
estremamente importante, svolta dai "nostri" piloti a favore della
prevenzione degli incendi ed invitarLa, se lo riterrà utile, a ricavarne una
notizia per la Sua testata.
Lo spunto trae origine da una osservazione svolta da parte del club di volo
libero di Tocco Da Casauria, nelle vicinanze di Pescara. I piloti dello
stesso hanno osservato che il comprensorio di monte Morrone, ove si svolge
una costante e continuativa attività di volo libero, è sostanzialmente
l'unico territorio nel quale non sono scoppiati incendi rilevanti. Il
Morrone, che raggiunge i 2060 metri, è una lunga dorsale montuosa che fa
parte della catena del Gran Sasso e ne è divisa dal corso del fiume Pescara.
Si tratta di un territorio per molti aspetti ancora selvaggio, ricoperto da
fitte faggete e raggiungibile solo tramite sentieri escursionistici.
Il fatto che detto territorio sia stato risparmiato dagli incendi non sembra
un caso. La FIVL ha efficacemente verificato che i luoghi di volo
maggiormente frequentati dai "visitatori del cielo" in deltaplano e
parapendio sono stai risparmiati dagli incendi.
La ragione è presto detta. I piloti di deltaplano e parapendio volano a
bassa velocità ed a quote relativamente poco elevate in zone per lo più
montuose ed impervie. Lo fanno senza motore, silenziosi, perfettamente
integrati con l'ambiente naturale che li circonda. Ciò permette loro di
svolgere una vera e propria azione collaterale di "pattugliamento" del
territorio: un'osservazione dello stesso da una posizione privilegiata ed
"unica".
Noi piloti siamo abituati a scorgere anche il segnale di fumo del più
lontano comignolo per capire quale sia la direzione e l'intensità del vento
al suolo, nelle varie zone di volo. Siamo i primi ad accorgerci di un
focolaio in vaste zone poco popolate. Nel contempo, il nostro modo di volare
ci permette di soffermarci sui dettagli del territorio e di mettere a fuoco
(ovviamente dal punto di vista visivo), porzioni di territorio altrimenti
non visibili.
Nel contempo, questo "pattugliamento" rappresenta un notevole deterrente
per i malintenzionati che potrebbero essere individuati da un mezzo
silenzioso che si muove sopra le loro teste.
Non si tratta solo di una forma di prevenzione passiva. I membri del Volo
Libero Tocco, per esempio, hanno avvistato in volo importanti focolai sulla
Maiella e sono stati i primi a segnalarli alle autorità preposte: la
tempestività dell'intervento ha evitato il peggio. Si può quindi affermare
che il volo libero, oltre ad essere una meravigliosa esperienza di comunione
con le forze della natura, si svolge in simbiosi con il territorio.
Pertanto, nello specifico, costituisce un valido fattore di prevenzione e
protezioni contro gli incendi. In generale, un mezzo di tutela del
territorio.
Tenevo a segnalarLe quanto sopra affinché le persone e le autorità possano,
anche attraverso questo scritto, comprendere che i vololiberisti non sono
personaggi estremi che possono essere conosciuti dalla cronaca solo ed
esclusivamente in caso di incidenti o di exploit sportivi. Si tratta, per lo
più, persone serie, preparate, con la testa sulle spalle che amano la
natura, pronti a collaborare per la difesa dell'ambiente che frequentano con
responsabilità e che con altrettanta responsabilità mirano a difendere.
La ringrazio dell'attenzione e saluto con cordialità.
( * ) Presidente F.I.V.L.
Federazione Italiana Volo Libero
www.fivl.it
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tel. 335 5844931