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Lavoro minorile, uno studio dell'ONU dedicato alla violenza sui bambini
Pubblicato in diverse lingue, un capitolo è dedicato allo sfruttamento e alla violenza che i bambini subiscono sui luoghi di lavoro E' pubblicato dal Segretariato Generale delle Nazioni Unite uno studio (accompagnato da un libro che spiega la situazione in modo estramente dettagliato) che si occupa della violenza sui bambini a livello mondiale. Un capitolo è dedicato allo sfruttamento e alla violenza che i bambini subiscono sui luoghi di lavoro.
"Il rapporto - si legge nell'introduzione -, fondato su uno studio approfondito effettuato da M. Paulo Sérgio Pinheiro, l'esperto indipendente nominato dal Segterariato Generale come prescritto dalla risoluzione n.57/90 del 2002 dell'Assemblea Generale dell'ONU, presenta una fotografia globale della violenza ai danni dei minori e propone soluzioni per prevenire e combattere questo grave problema". Fornisce informazioni sulla frequenza dei diversi tipi di violenza subita dai bambini nelle famiglie, nelle scuole, nei centri di cura non convenzionali, nelle prigioni, sul lavoro e tra la gente. Relativamente all'ambito lavorativo non esistono molti dati. Le norme internazionali, come la Convenzione n.138 del 1973 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro relativa all'età minima per lavorare, escludono dal mercato del lavoro i bambini al di sotto di una certa età. In tutti gli Stati però la violenza - fisica, sessuale e psicologica, coinvolge milioni di giovani lavoratori, assunti legalmente o illegalmente. Alcune categorie di lavoro sommerso sono state addirittura definite come le peggiori forme di lavoro minorile. Secondo informazioni relative agli atti di violenza contro i bambini sui luoghi di lavoro, sembra che i maggiori colpevoli siano i datori di lavoro ma anche i colleghi possono macchiarsi di questo tipo di reato così come clienti, i membri delle forze di polizia e le bande criminali. Il tipo di lavoro per le ragazze che hanno meno di 16 anni è il lavoro domestico, spesso non denunciato o regolarmente retribuito che ha come conseguenza persino la schiavitù. Molti Paesi considerano questo tipo di lavoro una delle peggiori forme di sfruttamento sulla base della Convenzione dell'ILO n.182 del 1999 relativa al divieto di questo tipo di sfruttamento e la raccomandazione a vietarlo ovunque. I bambini che lavorano subiscono i peggiori trattamenti comprese le punizioni corporali, le umiliazioni e lo sfruttamento sessuale. Quelli che sono impiegati come domestici, denunciano per esempio di essere costantemente vittime di umiliazione. La maggior parte degli atti di violenza fisica e psicologica sui giovani domestici viene perpetrata da donne (generalmente le datrici di lavoro) ma le giovani sono spesso vittime di violenza sessuale commessa dagli uomini della famiglia presso cui sono impiegate. A conclusione dello studio, si raccomanda in generale di rafforzare l'impegno e le azioni di protezione dei minori a livello nazionale e locale, vietare tutta la violenza sui minori, privilegiare la prevenzione, promuovere valori non violenti e di sensibilizzazione, di migliorare le attitudini di tutti coloro che lavorano con e per i bambini, di assicurare servizi di redenzione e reinserimento sociale per quelli che ne hanno bisogno, assicurare il coinvolgimento dei bambini, creare sistemi e servizi adatti aia bambini, assicurare la certezza della pena per chi si rende colpevole di reati contro i bambini, fare più attenzione agli aspetti legati alla violenza sessuale sui minori, elaborare e applicare meccanismi sistematici di raccolta dai ai fini della ricerca, aumentare sempre e comunque l'impegno internazionale. Per quanto riguarda l'ambito lavorativo in paraticolare, lo studio, sottolineando che in base a diverse convenzioni dell'ILO i minori non dovrebbero lavorare, suggerisce di applicare leggi internazionali esistenti facendo particolare attenzione a quei settori che possono sfuggire alla regolamentazione come l'agricoltura, la pesca e il lavoro domestico. "Lo studio - si legge ancora - è frutto di un lavoro partecipativo che ha comportato la continua interazione tra esperti di tutto il mondo e visite sul campo. Numerosi governi hanno partecipato attivamente fornendo materiale e rispondendo al questionario fornito da Pinheiro". Senza questo aiuto attivo il rapporto non sarebbe potuto essere così completo e affidabile. Per maggiori dettagli è possibile consultare il sito internet dedicato nel quale sono disponibili, in diverse lingue, sia il rapporto che il libro.
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il 23 Jan 2007 alle 11:27 |
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