FABRIANO - Al taglio del nastro del nuovo Hospice della Zona Territoriale 6, come prova della sua valenza ed importanza, sono intervenuti il presidente della Giunta Regionale della Marche, Gian Mario Spacca, le massime autorità civili e religiose cittadine oltre ai vertici della Sanità regionale. Scontato dire, ma è così, che si tratta di un notevole traguardo per la sanità fabrianese e del comprensorio montano, dove è stata aperta una realtà con 8 posti letto (è il terzo attivato nella Regione Marche, primo interamente ex novo) su un programma che rientra a far parte di quei 94 Hospice che si prevede vengano realizzati nel 2008 a livello nazionale a fronte di 188 finanziati dal Ministero della Sanità.” Per conoscere da vicino e più approfonditamente questo nuovo presidio della Sanità di casa nostra, ci siamo incontrati con il direttore, il dottor Piero Venazoni ed il coordinatore clinico dottor Luciano Giuliodori.
Da chi è stato progettato e con quale finanziamenti? “Dal Gruppo Marche, con un finanziamento ministeriale di 862.120 euro. I lavori sono stati eseguiti dalla Ditta Antonio De Santis di Ascoli Piceno. Il materiale d’arredo, di notevole qualità, e stato tutto generosamente donato personalmente dal professor Abramo Galassi, in memoria del fratello Renato. Prezioso anche il contributo della Associazione Oncologica Fabrianese (presieduta dal dottor Giorgio Saitta) che ha fornito materiale per completare l’ arredo, inoltre supporta il contratto per uno psicologo Infine, presto, l’Associazione Oncologica Fabrianese darà avvio ad un corso per la formazione specifica di volontari per assistenza al malato in Hospice”.
A chi è dedicata la struttura? “L’Hospice è destinato ad accogliere pazienti che hanno bisogno di un trattamento che non può essere gestito a domicilio”.
Per quali motivi? “Innumerevoli, tipo di cure necessario, situazione sociale ed economica ed altro ancora, ma soprattutto perché ci sono pazienti che non hanno necessità di un ricovero ospedaliero “per acuti”, in quanto le prestazioni sanitarie opportune richiedono una bassa intensità di intervento medico, ma, contemporaneamente, alta assistenza infermieristica”.
In altre parole? “Vengono fornite prestazioni mediche specialistiche, ma senza la necessità di una presenza medica prolungata a fianco del paziente, al contrario è richiesta una assistenza infermieristica continua e di alto livello”.
Un esempio? “La gestione di una fase avanzata di malattia, quando la conduzione domiciliare non è possibile in quanto il paziente vive solo e non è autosufficiente o chi lo accudisce non è in grado di garantire l’ assistenza, o per qualsiasi altro motivo per cui una assistenza domiciliare non può essere praticata efficacemente”.
In quali altri casi il ricovero temporaneo in Hospice può opportuno? “Per permettere il recupero delle energie ad una famiglia pesantemente impegnata in una lunga malattia di un suo componente. In Hospice ci si può ricoverare anche per ottenere il controllo rapido di un sintomo come il dolore, vomito, occlusione intestinale, ecc, particolarmente fastidioso, mediate una terapia da modificare frequentemente nel corso della giornata in funzione delle condizioni del paziente. E’ gestito con attenzione anche l’aspetto psicologico sia del paziente che della sua famiglia grazie alla presenza di due psicologi, uno rifornito dalla Associazione Oncologica Fabrianese, uno con Borsa di Studio”.
In pratica l’Hospice come può essere considerato? “Una sorta di assistenza domiciliare intensiva eseguita in ambiente protetto”.
La cultura di tali cure è recente per l’Italia? “Si, ma ha subìto notevole accelerazione negli ultimi tempi con finanziamenti mirati del Ministero della Sanità per realizzare una rete di Hospice a copertura di tutto il fabbisogno nazionale. Infatti, da anni la sensibilità politica per la palliazione è notevolmente cresciuta a cominciare dal Ministero della salute. In questo senso si sta velocemente evolvendo anche la cultura medica con l’intensificazione della ricerca, del numero di incontri scientifici e pubblicazione dedicati alle cure palliative”.
In questo ben definit ambito, dunque si inserisce la struttura fabrianese che è organizzata come? “Pur se i locali dell’Hospice di Fabriano, sono inseriti fisicamente nell’ edificio che ospita l’ ospedale, in realtà l’Hospice è una struttura territoriale”.
Che significa in concreto? Permettere una libertà agli ospiti e familiari assolutamente non possibile in ospedale, ed assimilare la vita in Hospice quanto più possibile alla vita a domicilio, ma con in più è una assistenza da parte di Infermieri Professionali ed Operatori Socio Sanitari 24 ore su 24 per 7 giorni su 7, sempre presenti un Infermiere Professionale ed un Operatore Socio Sanitario. La presenza medica – ci viene risposto - sarà la meno invasiva possibile cercando di non interferire con le attività quotidiane degli ospiti e sarà garantita al mattino dei giorni feriali da un medico palliativista proveniente dallo Unità Operativa di Oncologia di questa Zona Territorlaie, nei pomeriggi dei giorni feriali e nei giorni pre-festivi da un Medico di Medicina Generale, a turno tra quelli che partecipano al Gruppo di Lavoro Hospice”.
Le eventuali emergenze notturne e festive? “Sono fronteggiate dal Servizio di Continuità Assistenziale: guardia Medica e 118”.
Riguardo la struttura dei locali? “Importanti alcune particolarità. Ognuno degli otto pazienti ricoverati dispone di un letto tecnico, con ampie possibilità di regolazione e confort, di una camera spaziosa arredata in maniera tale da ricordare un residence e non un luogo di cura. In ogni camera è presente un letto per accogliere un familiare per la notte, televisore, apparecchio di riproduzione musicale e non sono previsti limiti di orario o numero dei visitatori, se non quelli imposti dal buon senso. Inoltre, all’area comune con sala ritrovo, megatelevisore, salottino, sala pranzo, si aggiunge la cucina per gli ospiti e familiari e stanza per la musica tanto che abbiamo in animo di organizzare un’attività di musicoterapica. Anche l’ arredo della zona comune e le tinteggiature de locali – ci viene risposto - sono state scelte per ricordare meno possibile uno spazio di cura, come del resto l’apparecchiatura per permettere il bagno a persone allettate”.
Come si accede all’ Hospice? “il Medico di Medicina Generale del paziente candidato invia all’Hospice una semplice richiesta di ricovero. Qui una Unità Valutativa (composta dai medici Piero Venanzoni, Franco Castellani, Luciano Giuliodori ndr) studia il caso e se sono presenti i criteri necessari per essere ammessi, il paziente verrà contattato per organizzare il ricovero, compatibilmente con la lista d’ attesa.” La valutazione dei criteri viene eseguita in quanto tempo? “Nel giro di 1-2 giorni. Per la tipologia stessa dei pazienti, delle cure erogabili e della assistenza garantita il ricovero non può essere urgente”.
Come si configura l’Hospice all’interno della Rete dei Servizi Territoriali? “Si inserisce nell’assistenza sanitaria di base e in un ampio programma di riorganizzazione, promosso dalla Zona Territoriale 6, denominato Integrazione Ospedale Territorio. Questo insieme all’istituzione della Lungodegenza post Acuzie nella Unità Operativa di Medicina Interna e l’ampliamento della dotazione di posti letto socio-sanitari nella struttura psichiatrica “Madonna della Rosa”, che ha trovato sensibilità e supporto economico per tutti gli oneri di funzionamento da parte della Regione Marche. Presso il nostro Hospice – viene sottolineato - si è scelto un modello organizzativo non comune che prevede stretta cooperazione tra figure ospedaliere e territoriali, ognuna portatrice della propria professionalità, perchè il paziente possa sentirsi curato ed accudito e non pacco postale. Inoltre la cooperazione con il personale di Oncologia garantisce continuità di cura, per i pazienti oncologici, con l’Oncologia stessa e l’ Assistenza Domiciliare Oncologica garantita della stessa Unità Operativa e l’ Associazione Oncologica Fabrianese”.
Il direttore della Zona Territoriale 6, dottor Guido Papiri, per questo ulteriore potenziamento della sanità locale s’è speso ed espresso molto favorevolmente, in quanto sempre più garantisce servizi essenziali peculiari delle Zone Territoriali costituenti la rete dell’ASUR Marche. Ha affermando che l’Hospice è un ponte tra la componente tecnica sanitaria e la comunità cittadina e dell’intero territorio, e cosi? “Come già detto l’ Hospice di Fabriano è una struttura territoriale ove si incontrano pazienti, dottori di Medicina Generale, Ospedalieri, Psicologi, Volontari. Costituisce un superamento della compartimentazione precedentemente presente nell’ambito sanitario. Un nodo cruciale nella rete sanitaria dove ogni figura svolge il proprio ruolo professionale in totale integrazione con tutte le altre con circolazione assoluta di informazioni e conoscenza”.
L’auspicio? “Speriamo di poter integrare presto anche figure che si occupano dell’ aspetto spirituale e religioso della persona. Più struttura multidisciplinare di così!”.
DANIELE GATTUCCI