Fano, 2007-05-21 – Vero successo di pubblico e di critica per il debutto di Stabat lo scorso 16 maggio, terza nuova produzione del Teatro della Fortuna di Fano che ha chiuso la Rassegna Lirica Torelliana ‘07 organizzata dalla Fondazione Teatro.
Teatro pieno delle grandi occasioni con un pubblico anche giovane che ha molto apprezzato la proposta della Rassegna e della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti che ha messo in scena lo spettacolo ispirato allo Stabat Mater di Pergolesi, traccia musicale su cui si è sviluppata una drammaturgia sul dolore di una madre per la perdita del figlio.
Grande attenzione anche da parte della critica, sia quella locale sia quella nazionale (erano presenti giornalisti rappresentati le testate Amadeus, il Manifesto, La Gazzetta del Mezzogiorno e L’Opera) che hanno apprezzato lo spettacolo e l’operazione culturale teatrale della Rassegna con parole di entusiasmo e incoraggiamento. Apprezzamento confermato nero su bianco dalle prime recensioni apparse domenica scorsa (20 maggio) sui quotidiani il Manifesto ed Il Resto del Carlino: “impressionante la complessità, tecnica e di rappresentazione, di un mistero reinventato e reso drammaticamente contemporaneo – scrive Gianfranco Capitta critico teatrale de il Manifesto -. La meravigliosa partitura di Pergolesi diventa il volano di una nuova creatività ricca di segnali fecondi per quei futuri artisti e professionisti della scena”. Capitta sottolinea nel suo articolo l’importanza della collaborazione tra il Teatro di Fano e la Scuola di Scenografia Urbino, “iniziativa sostenuta anche dal giovane sovrintendente del teatro Simone Brunetti”. Ma ancora raccontando di Stabat, “mistero teatrale sul figlio perduto”, dà conto dell’intreccio musica drammaturgia: “l’esecuzione musicale da parte dell’Orchestra G. Rossini (con alcuni promettenti strumentisti giovani quanto gli allievi scenografi) ha impresso alla partitura, sotto la direzione di Vito Clemente, una sorta di "velocità" quasi a star dietro all’incubo galoppante di quella madre”. “In un percorso sdoppiato tra reale e fantastico – continua il critico de il Manifesto -, tra concreto e onirico, tra consolazione e illusione, anche le cantanti, la soprano Enrica Fabbri e la mezzosoprano Nadiya Petrenko conducono il gioco con la loro "assenza", sprofondate nella buca dell’orchestra, invisibili eppure inflessibile riferimento del percorso di dolore che si consuma in scena.”
Due gli articoli apparsi sul Resto del Carlino. Uno è la recensione dello spettacolo salutato come “spettacolo coraggioso, originale e straniante che ha suscitato curiosità, sconcerto, ammirazione e un grande successo di pubblico.” Registrando il tutto esaurito il recensore del Resto del Carlino si chiede retoricamente: “Vittoria di un’operazione rischiosa e controcorrente? Scoperta emozionante che oltre all’opulenza ridondante e banale del nostro tempo si può, attraverso un lavoro serio, creativo e partecipato, arrivare alla sincerità delle emozioni, alla vitalità dei sentimenti, alla comprensione condivisa della tradizione artistica?”. Nell’altro articolo si fa un excursus dell’edizione 2007 della Rassegna Lirica Torelliana, “ricca e complessa” ed un plauso al suo ideatore: “Ma tutte queste cose hanno un padre: Simone Brunetti. Il sovrintendente ha saputo imporre con il suo coraggio la qualità e la freschezza delle proposte.
A lui gli applausi più caldi.”