La Provincia a 8000 metri con gli alpinisti ascolani Marco Nardi e Mario Salvi
ASCOLI P., 2006-08-18 - Con il sostegno dell'Ente, gli alpinisti ascolani Marco Nardi e Mario Salvi hanno raggiunto la vetta della Rocky Summit (8030 metri) nel massiccio del Broad Peck del Karakorum (Pakistan)
ASCOLI P., 2006-08-18 - Marco Nardi e Mario Salvi, i due alpinisti che hanno raggiunto la vetta della Rocky Summit (8030 metri) nel massiccio del Broad Peck del Karakorum (Pakistan) hanno presentato la loro impresa nel corso di una conferenza stampa svoltasi questa mattina in sala Giunta a cui hanno partecipato il vicepresidente della Provincia Emidio Mandozzi e numerosi soci dell’associazione “Anime verticali climbing club” di cui fanno parte i due alpinisti guidati dal presidente Mario Cannella.
La Provincia è stata infatti tra i sostenitori dell’impresa iniziata il 21 giugno e portata felicemente a termine con la conquista della vetta da parte di Marco Nardi il 24 luglio scorso. Presentando l’evento, il Vicepresidente della Provincia Emidio Mandozzi ha sottolineato come un’impresa simile non nasca per caso in un territorio dove esistono alcune tra le più belle vette del nostro Paese, dal monte Sibilla al Vettore. “Questa provincia non ha solo monumenti, arte e natura - ha concluso Mandozzi - ma anche uomini e donne di grande valore come questi ragazzi che l’Amministrazione provinciale ha sentito il dovere di aiutare, anche perché rappresentano dei formidabili testimonial per questa terra e soprattutto per la nostra montagna che ha bisogno di vita e di rilancio”.
Nardi e Salvi hanno confermato che l’amore per la montagna nasce proprio dalla frequentazione delle vette picene ed hanno narrato le vicende tecniche dell’impresa caratterizzata da un alto livello di difficoltà. “Il Broad Peck – hanno spiegato- ha statisticamente il 30% di possibilità di essere scalato e il 7% di possibilità di incidenti mortali. E’ stato più difficoltoso del previsto e purtroppo la statistica è stata confermata: durante la salita si sono verificate diverse disgrazie. E’ una delle montagne più difficili del massiccio, caratterizzata da tratti con pendenze superiori a 50° e con passaggi di quarto livello oltre gli 8000. Eravamo gli unici italiani in quota e teniamo a sottolineare - hanno ancora detto i due sportivi ascolani – che la scalata è avvenuta senza ossigeno, senza portatori e nello stile alpino. Quanto al futuro- hanno concluso – per scaramanzia non anticipiamo nulla ma probabilmente non ci fermeremo qui”. ( da picenonews)