La morte vola nell'aria
Il brevissimo brano qui sotto e i documenti riportati sono estratti da "Cronache Mediorientali" di Robert Fisk.
Preciso che chi volesse approfondire le proprie conoscenze sul medio oriente non può permettersi di perdere questo libro.
E' UNICO e da leggere attentamente pagina per pagina.
Pagina 828
Da una lettera inviata alla ROYAL ORDINANCE a Londra il 21 aprile 1991 da Paddy Bartholomew, BUSINESS DEVELOPMENT MANAGER di AEA Tecnology, nome commerciale dell'autorità britannica per l'energia atomica.
Bartholomew dice:
L'uranio impoverito si diffonderà intorno ai campi di battaglia e ai veicoli bombardati in dimensioni e quantità variabili... sarebbe poco saggio rimanere per lunghi periodi nelle vicinanze di grosse quantità di uranio impoverito e questo ovviamente riguarderebbe la popolazione locale nel caso raccogliesse e conservasse questo metallo pesante.
Vi saranno aree specifiche, quelle in cui sono state sparate molte cariche, dove la contaminazione di veicoli e terreni potrebbe superare i limiti consentiti e ciò potrebbe comportare eventuali rischi sia per le unità incaricate della bonifica, sia per la popolazione locale.
Da una lettera datata 21 marzo 1991, scritta da un tenente colonnello degli Stati Uniti, in servizio presso il Laboratorio Nazionale di Los Alamos, al maggiore Larson della Studies and Analysis Brandi, [...] si afferma che:
C'è stata e continua ad esservi preoccupazione riguardo all'impatto ambientale dell'uranio impoverito. Pertanto, anche se nessuno mette in discussione l'efficacia dell'uranio impoverito sul campo di battaglia, i proiettili all'uranio impoverito potrebbero diventare politicamente inaccettabili e venire cancellati dall'arsenale militare. Se è vero che i proiettili perforanti all'uranio impoverito hanno dato prova della loro efficacia durante le nostre recenti attività belliche, dovremmo allora garantirne la futura sopravvivenza (finché non si sarà sviluppato di meglio) attraverso un'attività di promozione da parte del dipartimento della Difesa. Qualora essa non venisse intrapresa per tempo, è possibile che ci troveremo ad affrontare la perdita di una valida dotazione offensiva.
Robert Fisk commenta:
Ecco dunque. Ripulito dell'esecrabile gergo del colonnello, il messaggio è semplice: i rischi per la salute connessi alle munizioni all'uranio impoverito sono accettabili fintanto che noi occidentali non inventeremo qualcosa di ancora più letale che ne prenda il posto.
E questo lo si sapeva già dal 1991!