GIUSTIZIA: FAMILIARI GEORGOFILI, NO ABOLIZIONE ERGASTOLO
(ANSA) - ROMA, 22 MAR - "Il nostro Codice Penale non può
permettersi di abolire la parola ergastolo, perchè altrimenti
Riina l'avrà avuta vinta ancora una volta sulle sue vittime":
l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via
dei Georgofili attacca la proposta contenuta nello schema di ddl
di riforma del codice penale, accusando la Commissione Pisapia
che l'ha messa a punto di aver "tenuto conto della voce dei
mafiosi" e non "della nostra che ancora oggi grida: ci hanno
massacrato per far abolire l'ergastolo".
"Il garantismo più sfrenato - afferma in rappresentanza
dell'Associazione Giovanna Maggiani Chelli - non ha tenuto
minimamente conto di quale sia il Paese nel quale viviamo, non
ha tenuto conto che solo 15 anni fa, 15 soggetti, appartenenti a
Cosa nostra, hanno messo a ferro fuoco l'Italia in nome per
conto dell'eversione più becera, cercando di imporre allo Stato
Italiano le proprie leggi, fra queste l'abolizione
dell'ergastolo ai mafiosi rei dei crimini più abietti".
Insomma non si è "tenuto conto che nel 1993 dieci persone
sono state massacrate sotto il tritolo stragista di Salvatore
Riina, perché l'ergastolo e altre cose sacrosante
indispensabili per tenere testa alla mafia, fossero abolite".
"La certezza della pena è sicuramente il simbolo di una
società civile, ma per l'Italia il 'fine pena mai' significa
contrastare fortemente la mafia - conclude l'Associazione -.
Questo l'Europa deve capire". (ANSA).
FH
22-MAR-08 15:06 NNNN
Purtroppo non possiamo essere d’accordo con il Proc. Vigna.
Una commissione parlamentare per la verità sulle stragi del 1993 riteniamo non ci siano le condizioni per farla.
Prima di tutto perchè ogni Commissione Parlamentare d’Inchiesta per fatti così gravi, avviata nel nostro Paese ,non ha mai portato a nulla di fatto, mai neppure in momenti meno bui per l’Italia.
Inoltre siamo convinti che all’interno delle sedi preposte vi siano soggetti inquinanti per il raggiungimento del risultato.
Pertanto dare la nostra approvazione ( per quello che possa valere), ad una Commissione Parlamentare d’Inchiesta per la strage di Firenze del 27 Maggio 1993, per noi significherebbe metterci da soli nelle mani della mafia.
Di recente abbiamo presentato un Esposto in Procura a Firenze e auspichiamo ,invece, si dia inizio ad una riapertura delle indagini riascoltando quei collaboratori di giustizia che non hanno ancora detto tutto, e nel contempo è ovvio bisogna cambiare la legge sui così detti “pentiti”.
La criminalità organizzata sembra aver fatto le sue scelte per il voto del 13 Aprile prossimo.
Lo fa attraverso un suo volantino uscito dal carcere.
Se è pur vero che la disinformazione è sempre latente e la mafia ne è una maestra da sempre, è altrettanto vero che la Commissione Pisapia ha finito i suoi lavori e ha ampiamente dimostrato di essere insensibile ai problemi creati dai mafiosi nel nostro Paese.
Infatti a larga maggioranza e con troppa facilità, la Commissione ha chiesto l’abolizione della parola Ergastolo dal codice penale.
Come è altrettanto vero che soggetti parlamentari, si recano spesso in carcere a raccogliere le lamentele dei detenuti a regime detentivo di “41 bis”, visitando e raccogliendo lamentele sull’argomento anche di mafiosi rei di strage eversiva terroristica , mentre i medesimi parlamentari non si sprecano di certo per le vittime delle stragi di mafia ,se non con slogan ormai più che consumati e del tutto inutili.
Ribadiamo il concetto secondo cui la mafia si contrasta soprattutto con ergastolo e “41 bis” ,del resto proprio contro l’ergastolo e il “41 bis” il 27 Maggio 1993 “cosa nostra” ha usato a Firenze in via dei Georgofili 300 chili di tritolo causando 5 morti e 41 feriti.
*Associazione tra i familiari delle vittime della strage i via dei Georgofili