Homepage >> Recensioni
"La lunga notte" (Mescal, 2006) |
Cisco “La lunga notte”
Etichetta: Mescal Brani: Come se il mondo / La lunga notte / A volte / Il prigioniero / Venite a vedere / Terra rossa / Zelig / Best / Diamanti e carbone / Tina / Latinoamericana / Sisters of mercy / Eroi, supereroi / Questo è il momento Produttori: Francesco Magnelli & Stefano Bellotti
Non si può dire che sia un passo falso il debutto solista di Stefano “Cisco” Bellotti, ma un passo incerto sì. Come spesso capita a chi esordisce in proprio dopo aver raggiunto il successo con una band – in questo caso i Modena City Ramblers, dei quali Cisco è stato il frontman per 13 anni – “La lunga notte” è un album che difetta di messa a fuoco, di centratura. Cisco sceglie un approccio “emozionale” alla forma-canzone, lo si intuisce sin dal brano d’apertura, Come se il mondo, ballata scarna in cui viene raccontata con trasporto la partenza di una persona cara. Sarà così per tutto il disco, brano dopo brano l’ascoltatore non faticherà a cogliere la commozione nella voce di Cisco né l’onesta d’intenti della sua scrittura. Questa dà sempre l’impressione, però, di essere poco educata, di non saper fuggire i luoghi comuni. E un buon paroliere si riconosce (anche) dalla bravura nello schivare i luoghi comuni. Nulla preclude a Cisco la possibilità di diventare un paroliere, per intanto i suoi testi meritano però un plauso solo per la coerenza e l’integrità. Sui temi attorno ai quali il disco ruota non ci sono sorprese. C’è l’inno no-global (Il prigioniero), un brano dedicato agli attentati di Madrid dell’11 marzo 2004 (Venite a vedere), l’omaggio ad un ribelle del calcio morto di recente (Best), una cantilena di viaggio (Latinoamericana): insomma niente più niente meno di quello che ogni fan dei Modena City Ramblers si aspettava dalla prova solista di Cisco.
Se da un punto di vista testuale “La lunga notte” riserva pochi guizzi, dal punto di vista strettamente musicale le differenze con i lavori ‘di gruppo’ ci sono, ma anche queste erano ampiamente prevedibili. “La lunga vita” è inequivocabilmente l’album di un cantautore. Ogni intro, ogni strofa, ogni ritornello non mira a travolgere, anzi evita sempre l’impatto ‘fisico’ per puntare dritto a cuore e cervello. Il Cisco solista vuole essere ascoltato con attenzione. A furia di farle girare nel lettore, queste canzoni possono anche iniziare a far battere il piedino e poi indurre alla danza, ma all’inizio pretendono un ascolto ‘mentalmente’ partecipe. Si spiegano così gli arrangiamenti rarefatti di Come se il mondo, A volte, Questo è il momento. Non manca il combat-folk (La lunga notte, Il prigioniero) ma per “La lunga notte” Cisco, Francesco Magnelli (co-produttore) e Guido Foddis (co-arrangiatore) hanno puntato sull’essenzialità. L’emozione più grossa arriva verso la fine, con la traduzione di un pezzo storico di Leonard Cohen, Sisters of mercy, ad opera di David Riondino. E allora sì che le parole volano alto, molto in alto («ora spero che tu possa incontrarle e buona fortuna/il loro indirizzo puoi leggerlo al chiaro di luna/e non sono geloso se poi dormirete insieme/non era quel tipo d’amore e comunque va bene»). In definitiva “La lunga notte” è un disco che non preclude nessuna strada futura al suo autore, ma un disco che ci mette in attesa di qualcosa di migliore, di una più centrata analisi del proprio sentire musicale e, specialmente, letterario. Un disco che, oltretutto, metterà in seria difficoltà i Modena City Ramblers, il cui primo lavoro post-Cisco è atteso per le prossime settimane. Se Cisco senza i Modena non convince appieno ma tiene botta, per i Modena senza Cisco sarà ancora più dura, visto che il carisma, quello no, a Cisco non difetta, e il carisma è dote difficile da sostituire.
|
Pierluigi Lucadei
|
Recensioni |
Articolo letto 653 volte. |
il 22 Sep 2006 alle 17:51 |
|
|
|
|
|
|