Un ritorno a casa per
ALCIDE PIERANTOZZI, autore ventenne che, dopo aver entusiasmato la critica con il suo romanzo d'esordio
'Uno in diviso', edito in
HACCA, il marchio
HALLEY EDITRICE per narrativa e saggistica, lo presenterà nel suo paese natale, a Colonnella in provincia di Teramo, venerdì 15 settembre 2006.
Con 'Uno in diviso' esordisce nella narrativa solo dopo un lungo percorso formativo iniziato all'età di 15 anni. Pubblica poesie e racconti sul bimestrale 'Inchiostro' e scrive di critica letteraria. Attualmente frequenta la facoltà di filosofia alla Cattolica di Milano e collabora con la rivista Ore Piccole fondata da Stefano Fugazza e Gabriele Dadati.
Lo accompagnerà durante la presentazione, che avrà luogo alle ore 21:00 presso la sala Flaiano di Colonnella, proprio lo scrittore, nonché amico, Gabriele Dadati, già confrontatosi con Alcìde Pierantozzi sulla sua rivista 'Ore piccole' pubblicando una lettera attraverso la quale i due autori mettono a confronto la propria idea di letteratura, diversa, 'ma accomunata da un´istintiva e irrimediabile insofferenza nei confronti di quanto offra l´attuale panorama delle lettere italiane'.
UNO IN DIVISO è un romanzo prodigioso che non potrà non scuotere le coscienze. Una storia che descrive il crollo delle dicotomie contemporanee e che ricorda il Pasolini degli ultimi film. Pier Mario Fasanotti, in una recensione su Panorama lo definisce 'un romanzo spiazzante di un autore definito "geniale". Certe pagine' continua 'sono un pugno nello stomaco. Ma il fastidio è più legato alla raffinatezza che non alla brutalità'. Massimiliano Parente sul Domenicale dice di lui 'quasi un Dostoevkij'. E ancora, si legge tra le righe scritte da Fulvio Panzeri su Rolling Stone 'Alcide Pierantozzi racconta il buco nero del nostro tempo attraverso la storia di due gemelli siamesi'.
Una occasione importante per parlare di Pacs, di omosessualità, di aborto e di nuove emergenze sociali e culturali.
:: UNO IN DIVISO Alcìde Pierantozzi Hacca (2006 - pp. 176 - 12 euro).
Il talento fa paura. Il talento inquieta, ancora, persino in un tempo impassibile come il nostro. Soprattutto quando è giovane, e si presenta a noi con furia inaudita. La furia simbolica, sessuale, filosofica, omicida di questo libro, di questo romanzo struggente, infernale e paradisiaco al tempo stesso.
Taiwo e Kehinde sono gemelli siamesi. Il loro corpo dotato di due busti e di un solo paio di gambe ha la forma di una ipsilon, come la lingua di un serpente, ma lavorando come inservienti dietro il banco di un locale di incontri sessuali pochi conoscono la loro natura, la verità della loro carne. È solo la prima di una serie di immagini fulminanti, di una successione di pagine fosche e splendenti che alternano ossessioni, torture, gironi danteschi, filosofia, sangue, suggestioni horror, riferimenti pasoliniani, passaggi efferati e altri pieni di una grazia purissima, quasi infantile.
Uno in diviso: io, l´Italia, due gemelli con il corpo a forma di ipsilon, la Chiesa, l´aborto, i Pacs, l´omicidio, il terrore di uno sfruttamento fisico e intellettuale, il terrore di una spaccatura. Un romanzo che è un presagio, una fulminante premonizione.
Una storia che descrive il crollo delle dicotomie contemporanee e ricorda il Pasolini degli ultimi film. Un terremoto che muove tutte le coscienze.
L´autore ha vent´anni. Prima d´ora nessuno aveva mai osato tanto.
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