Charles Bukowski “Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore”
Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore è la prima antologia tratta da Open all night, una raccolta di poesie che Bukowski ha scritto tra gli anni Settanta e Novanta ma che negli Stati Uniti è stata pubblicata soltanto nel 2000, sei anni dopo la sua morte. All’editore minimum fax, che dal 1999 sta pubblicando in Italia tutta l’opera poetica di Bukowski, va dato il merito di aver insistito su una produzione considerata ingiustamente minore, ed invece di pari importanza e fascino rispetto alle opere narrative. Non si tratta semplicemente di carveriani racconti in forma di poesia, i versi di Bukowski possiedono un lirismo fuori dal comune e un insospettabile disincanto, provare per credere.
Le poesie tratte da Open all night e contenute in questo Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore – che ha in copertina un disegno dello stesso Bukowski - mostrano un autore meno caustico, meno violento di quello che siamo abituati a leggere. Colpiscono, senza farsi scrupolo di ridurre il cuore del lettore in poltiglia, soprattutto le poesie dedicate a Jane, una donna amata da Buk che se n’è andata prima del previsto. «Mi esibivo per lei come un burattino triste in una farsa tutta mia», ricorda il poeta, Jane era di quelle a cui piaceva scappare, non farsi vedere per un po’ e poi tornare, sempre, fino all’ultima partenza, quella che non conosce ritorno. E allora scopriamo il Bukowski più commovente che ci sia mai capitato di incontrare, tra momenti in cui non è possibile darsi pace e momenti in cui si metabolizza la perdita con dolente stupore: «tu molto più morta di me/io sono un bacile per le tue ceneri/io sono un pugno per la tua aria/la cosa più immensa della bellezza/è capire che è scomparsa». Chiaro, non si può pretendere di trovarsi tra le mani un libro di Bukowski senza il suo stomaco ulcerato, le sue tasche vuote, le sue sbronze, il ghigno sardonico, il gusto dello sberleffo, le notti insonni. Ed infatti c’è anche tutto questo in Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore e ancora una volta è impossibile non innamorarsi dei protagonisti delle 37 poesie qui contenute che, come tanti diavoli, sbandano infaticabili mentre tracciano le loro parabole perdenti sulle strade dell’altra America. Leggi l’ODE A CHARLES BUKOWSKI: http://www.ilmascalzone.it/articolo.php?id=3890
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