SestoSenso “Problemi col piano di sopra” (ep)
Etichetta: Autoprodotto Brani: La canzone di fine estate / Dispari / Luce / Ricordi / Buonanotte Musicisti: Matteo Laguardia (chitarre, tastiere), Fabio Mancini (chitarre), Matteo Magrini (basso), Davide Varini (batteria), Daniele Lorenzi (voce)
Band fiorentina dalle grandi qualità tecniche, i SestoSenso sono giunti, dopo alcuni cambi di formazione e una rodata esperienza live, alla pubblicazione del primo ep, “Problemi col piano di sopra”. Cinque brani piacevoli, a tratti trascinanti, inseriscono la band nel tessuto musicale cittadino, con gli esempi più illustri della scena anni Ottanta (Litfiba, Diaframma, Moda) sempre in mente, ma nondimeno con un’apertura al miglior rock venuto fuori negli ultimi anni dall’altra parte dell’Oceano. L’ep si apre con un rock’n’roll che in America girerebbe in continuazione in centinaia di college radio: è La canzone di fine estate, il pezzo più tirato del mazzo, con la sezione ritmica che pulsa incessantemente, la chitarra che urla, liriche che malcelano una soffusa malinconia («tra viola e viola resta ormai/solo un’ombra di tristezza/e l’incertezza di quei passi/i primi, in mezzo al mare») e un attacco che rimanda allo Springsteen di “Born To Run”. Dispari è un pezzo dalla melodia godibilissima, forgiato sopra un’inequivocabile rivendicazione di indipendenza e una voglia di lasciare andare la propria coscienza a quei ricordi che non si lavano via facilmente. Luce, con un arpeggio che ricorda il primo Vasco e un testo dolce, è un cappio teso a tutto ciò che di ineffabile c’è nel mondo che ci circonda. I ritmi tornano a farsi più frizzanti di lì a poco. Un riff maestoso sostiene la successiva Ricordi, elettrica e travolgente senza perdere l’umore di spine che fa cantare «sei come un sogno che è stato cancellato/sei come il sole che una sera ti ha tradito». Buonanotte, indolente come è giusto che sia, a cavallo tra il Pelù solista e i Perturbazione, bonsai di tenerezza universale («nella stessa direzione/puoi trovare i miei occhi/mai lontani»), chiude il disco con i sensi scossi dall’emozione. Promovendo decisi il primo vagito discografico, non resta che aspettare i prossimi passi dei SestoSenso, magari vederli dal vivo e augurare loro che la vena creativa che ha animato l’esordio non vada dispersa.
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