Marlene Kuntz - S-low Tour - Officina Estragon Bologna
Un percorso artistico senza compromessi. Dagli esordi sonici di “Catartica” e “Il Vile” alla collaborazione con Skin e alle prime apparizioni su MTV, dalla svolta artistica dettata dall’album “A Fior di Pelle” a questo ultimo, difficile ma bellissimo, “Bianco Sporco”, c’è stato sempre qualcuno che ha storto il muso, qualcuno che ha voltato loro le spalle. Oggi un nuovo passo in avanti, una nuova svolta, un tour “S-low”, lento, calmo. Una scelta dettata dall’esigenza di esplorare il lato più intimo della loro produzione. Non una scelta facile quella di Godano e soci. Soprattutto se ti fai chiamare Marlene Kuntz e se i tuoi concerti erano un’esplosione di chitarre per stomaci forti e una miniera d’oro per i pogatori più scalmanati. La curiosità è tanta, l’Officina Estragon, in una delle sue ultime apparizioni prima del trasloco, è gremita. Insomma siamo davanti al nuovo “S-low Tour”, non solo lento, ma anche low, a basso volume. Sì perché da sempre il gruppo cuneese ha saputo giocare sulla dissonanza che il loro nome sembrava suggerire: da un lato l’anima lirica della dolce Marlene, dall’altra la spigolosità e il furore di Kuntz. Oggi sembrano avere la meglio le elucubrazioni musicali più intime e raffinate di Marlene. Domani chissà. E allora le chitarre restano ben salde negli amplificatori ma i suoni si fanno meno compatti, più vividi, rarefatti e minimali. Le distorsioni sono squarci di luce tra le liriche di Godano. E allora ciò che vengono esaltati sono i testi e il cantato allucinato di Godano, le distorsioni di Riccardo Tesio e i giri di basso di quel Maroccolo che, con la sua esperienza, sta dando coraggio al progetto Marlene. Apre il concerto “Lieve”, con il suo andamento vibrante ed ipnotico “Meglio del pedersi in fondo all’immobile / Meglio del sentirsi forti nel labile”. Seguono “A chi succhia”, “La lira di Narciso”, tratte dall’ultimo “Bianco Sporco”, e “Danza” da “Senza Peso”, forse le canzoni che hanno maggiormente ispirato questo tour: testi profondi e visionari su atmosfere delicate. “Fuoco su di te” e “Ti giro intorno” sono due ballate allucinate e rabbiose tratte entrambe da “Il Vile”. “La Canzone che scrivo per te” introduce nel vivo del concerto. “Serrande Alzate” e soprattutto “Infinità” vengono salutate con un’ovazione. “Amen”, il Don Chisciotte dei giorni d’oggi, è un lamento straziante di un ubriaco. Poi “L’inganno”, una canzone rabbiosa che gioca sui crescendo delle chitarre, e che apre la strada alla splendida “Come stavamo ieri”, una delle più belle canzoni dei Marlene, che si conclude con una vibrante esplosione noise, intensa ed estesa come non te la aspetti. I bis sono affidati a “Schiele, lei, me”, una graffiante e colta vicenda d’amore, “Lamento dello sbronzo”, “Bellezza”, singolo dell’ultimo “Bianco Sporco”, abbagliante disquisizione sul tema della bellezza. Chiude il concerto l’immancabile “Nuotando nell’aria”. Lo “S-low tour” si conferma uno degli eventi impedibili di questo 2006 e consacra i Marlene come il gruppo più audace del rock italiano. Claudio Palestini Recensioni, 13 Febbraio 2006
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